Nella lingua africana la parola “apartheid” ha il significato letterale di “separazione”, per indicare appunto la divisione creata tra la razza bianca e quella nera.
11 febbraio 1990: l’apartheid e Nelson Mandela
L’ideologia che ha fondato il sistema dell’apartheid è stata introdotta dai primi ministri Daniel Francois Malan, Johannes Gerhrdus Strjdom ed Hendrik Francsh Verwoerd.
Tale politica di discriminazione razziale, che si diffuse in Sudafrica a partire dal 1948, venne racchiusa in apposite leggi, denominate “leggi dell’apartheid”, nelle quali si stabiliva una netta distinzione della popolazione in tre gruppi razziali principali: bianco, nero africano e “coloured”, cioè appartenente ad una razza mista.
Un’ulteriore distinzione venne introdotta dopo: quella tra indiani e pakistani. Queste leggi regolavano e condizionavano i comportamenti quotidiani di ogni individuo a seconda della categoria cui apparteneva.
Le relazioni interrazziali non erano affatto favorite, anzi: esistevano luoghi da frequentare separatamente, zone dei mezzi pubblici riservate solo ai bianchi, spiagge a cui i neri non potevano accedere.
Le leggi dell’apartheid discriminavano l’accesso al lavoro in base all’appartenenza razziale, vietavano i matrimoni tra persone di razze diverse, istituivano veri e propri “ghetti” in cui veniva relegata la popolazione nera, che in questo modo era sottoposta ad un forte controllo da parte del Governo.
Chiunque si opponeva al sistema dell’apartheid così strutturato incappava in conseguenze penali. I neri venivano deportati con la forza nelle cosiddette “homeland del sud”, costretti a lasciare le loro case e gli affetti, senza godere di alcun tipo di diritto.
Nel 1912 fu fondato l’African National Congress da un’organizzazione di neri, per contrastare l’apartheid. Il governo rispose violentemente con la repressione, sopprimendo le organizzazioni che lottavano per eliminare le differenze razziali, ma dovette cedere quando il Sudafrica venne isolato e condannato a livello internazionale proprio a causa dell’apartheid.
Le cose cominciarono a cambiare dagli anni Settanta, quando il governo permise alle rappresentanze sindacali dei neri di entrare in politica. Le Nazioni Unite intervennero a condannare apertamente la politica razziale dell’apartheid nel 1961.
Le pressioni internazionali per fermare l’apartheid giunsero anche da altri settori, come quello sportivo: il Sudafrica venne escluso dalle Olimpiadi nel 1980, e qualche anno prima, nel 1976, l’Africa boicottò le Olimpiadi in segno di protesta.
Nel 1984 fu promulgata una Costituzione che attribuì la rappresentanza parlamentare solo ai bianchi e ai “coloured”, mentre ai neri non fu estesa tale possibilità. Nel 1990 fu eliminata la condanna nei riguardi dell’African National Congress, ed il presidente Frederick de Klerk liberò Nelson Mandela, il fautore della lotta contro l’apartheid.
Nel 1993, proprio grazie all’intervento di Mandela, il Sudafrica gettò le prime basi per la democrazia. Nel 1994 Nelson Mandela fu eletto presidente del governo, che comprendeva al suo interno anche il Partito Nazionale. Mandela è il primo presidente nero in tutta la storia del continente sudafricano.
Nel 1994 per la prima volta tutte le razze ebbero uguale diritto di voto. Militante del movimento anti-apartheid, Nelson Mandela è nato a Mvezo il 18 luglio 1918. La sua attività a favore del riconoscimento dei diritti dei neri lo ha reso un eroe, un paladino della libertà.
Proprio a causa della sua lotta contro ogni forma di discriminazione razziale il politico sudafricano viene arrestato e accusato di tradimento. Il 12 giugno 1964 viene condannato all’ergastolo.
Anche durante la prigionia, Mandela seguì sempre con grande interesse ed entusiasmo l’attività del movimento che intanto raccoglieva grandi consensi. Lo slogan “Nelson Mandela libero” era inneggiato in tutto il mondo: le campagne anti-apartheid erano ormai presenti dappertutto.
Nelson Mandela restò in carcere fino al 1990, dopo ventisette anni di prigionia, fu rilasciato il giorno 11 febbraio per ordine del presidente sudafricano F.W. de Klerk. Ottenuta la carica di Presidente del governo sudafricano, nel 1994, Mandela affidò la vicepresidenza proprio a de Klerk.
Nel 1999 Mandela lasciò il mandato, pur continuando sempre la sua battaglia a favore dei diritti sociali ed umani. A Nelson Mandela è stato consegnato il Nobel per la pace nel 1993.
Nel 2008, in occasione del novantesimo compleanno di Mandela, si è svolto un grande concerto all’Hyde Park di Londra: erano presenti circa cinquecentomila persone. La casa in cui il presidente sudafricano visse a Soweto è ora sede di un museo interamente dedicato a lui.
Il 27 aprile si celebra l’anniversario delle elezioni a suffragio universale che hanno portato al governo l’African National Congress in Sudafrica, ed è appunto considerato il giorno della Festa della Libertà.
La vita di Nelson Mandela è un modello di forza ed eroico coraggio: per questo viene considerato un emblema per le generazioni di tutti i tempi. Monumenti e riconoscimenti gli sono stati attribuiti in tutte le parti del mondo.