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Il 17 giugno del 1972 avvenne il famoso scandalo Watergate, negli uffici di Washington

Il 17 giugno 1972 passò alla storia come lo scandalo Watergate, tale nome richiama il complesso residenziale e per uffici di Washington. Durante la notte furono arrestate 5 persone, poi incriminate per spionaggio ai danni del comitato elettorale del candidato democratico alle presidenziali G. McGovern. Il processo portò alla condanna e alle dimissioni di 7 stretti collaboratori del presidente R.M. Nixon.
Infine anche lo stesso Nixon, rieletto nel novembre precedente, dovette ammettere, dopo varie negazioni, di essere stato a conoscenza dell’affare e dei tentativi di arrestare il corso della giustizia per evitare la procedura di destituzione e per tali motivi, si dimise l’8 agosto del 1974. Il suo successore G.R. Ford lo prosciolse da ogni conseguenza penale.


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Lo scandalo Watergate

Alla vigilia della campagna elettorale del 1972, tra la crisi economica e la guerra del Vietnam, Richard Nixon, si trovava in una posizione molto difficile che sarebbe sfociato in un grande conflitto con il partito democratico.

Per questa occasione fu creata un’organizzazione elettorale del partito repubblicano, il Commettee for Reelection of the President (Creep), dotato di un vero e proprio servizio segreto che schedava i rivali politici e compilava dossier riservati.

Nella notte del 17 giugno del 1972 una squadra di uomini del Creep venne sorpresa mentre cercavano documenti segreti e piazzavano microfoni nella sede del partito democratico situata nel complesso edilizio Watergate, a Washington.

Questo fatto passò alla storia come caso nazionale dopo la rielezione di Nixon grazie all’inchiesta di due giovani cronisti del Washington Post. Vennero scoperti dei finanziamenti illeciti da parte di Nixon durante la campagna elettorale che gettarono discredito su di lui e sul suo entourage.

Nixon si era più volte dichiarato estraneo alla vicenza ma quando, tramite registrazioni segrete, si viene a sapere che era, non solo, a conoscenza della vicenza ma che aveva anche contribuito a ostacolare le indagini della speciale commissione d’inchiesta nominata dal Senato, la sua carriera politica si concluse: l’aver mentito alla nazione significava aver rotto il fondamentale rapporto di fiducia tra presidente e cittadino.

La Camera di Giustizia dichiarò l’impeachement, il cosiddetto “insabbiamento”, con l’accusa di abuso d’ufficio e ostruzione delle giustizia e l’ 8 agosto del 1974, Richard Nixon, preferì dimettersi.


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Questo evento viene ricordato ancora oggi grazie alla famosa pellicola, Tutti gli uomini del presidente (1976) diretto da Alan J. Pakula e interpretato da Dustin Hoffman e Robert Redford. Basato sull’omonimo saggio scritto dai giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein.


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