Il 23 dicembre del 1987 è l’anno e il mese di nascita del cnr.it (il primo dominio della rete italiana) che gestisce tutte le attività relative alla registrazione e al mantenimento dei nomi a dominio.it in forza della delega assegnata dall’organismo sovrannazionale IANA, cui è storicamente deputata l’assegnazione degli indirizzi IP a livello internazionale e la gestione operativa dei DNS.
23 dicembre 1987: nasce “cnr.it”, il primo dominio italiano
Era l’antivigilia di Natale del 1987 e per la prima volta faceva la sua comparsa un dominio tutto «tricolore», vale a dire con il suffisso «.it». Era quello del Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche, che fin dall’inizio, attraverso il proprio Istituto di Informatica e Telematica di Pisa, ha assolto al ruolo di registro internet dei siti made in Italy. A distanza di 32 anni, i domini registrati sono quasi due milioni, di cui circa un milone e mezzo attivi.
Un “.it” che ha fatto la storia
La registrazione di un dominio .it aprì di fatto la corsa degli imprenditori del nostro paese nel settore IT e della comunicazione.
Network, portali, piattaforme, siti web e web service: una corsa fatta di successi e insuccessi, di sfide, di competizione, di business diventati di successo e altri non falliti, ma semplicemente trasformati.
Perché nel web, così come avviene secondo le regole della natura, nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma e cambia. La vera sfida è restare in corsa.
Il primo dominio IT fu quello richiesto dal CNR, il Centro Nazionale delle Ricerche Italiane. La domanda venne inoltrata il 23 dicembre 1987 a Registro.it, l’organo responsabile dell’assegnazione e della gestione dei domini Internet italiani. L’approvazione e la conseguente attivazione del dominio venne eseguita a partire dall’inizio del 1988.
Secondo alcuni esperti del settore, (come Domenico Laforenza, direttore di Registro.it) ancora troppo pochi in rapporto al numero di piccole e medie imprese oltreché indice di un ritardo culturale di una certa parte della nostra classe imprenditoriale. Un gap che deve essere colmato, superando prima di tutto l’approccio di sospetto ed incertezza che ancora oggi si ha verso il mondo del web.