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1994: dal 4 ottobre la terza stagione della serie tv con Miriam Leone e Stefano Accorsi

Da venerdì 4 ottobre, su Sky, al via alla terza stagione della serie tv “1994”: tornano Stefano Accorsi e Miriam Leone. Ecco tutti i particolari.

Torna su Sky la serie di successo “1994”

La vittoria elettorale di Silvio Berlusconi (Paolo Pierobon), il suo governo con la Lega, lo scontro con i giudici, guidati da Antonio Di Pietro (Antonio Gerardi). Sono fra i pezzi di storia italiana che chiudono il cerchio di 1994, terza e conclusiva stagione (dopo 1992 e 1993), della serie Sky Original diretta da Giuseppe Gagliardi e Claudio Noce, con Stefano Accorsi (che ha avuto anche l’idea del progetto), Miriam Leone e Guido Caprino, prodotta da Wildside (parte di Fremantle). Un racconto della stagione di Mani Pulite, con la fine della Prima Repubblica e la nascita della Seconda, che ha conquistato anche l’estero, con vendite in 100 Paesi.

Gli otto episodi, che riservano sorprese sia a livello visuale che narrativo, andranno in onda dal 4 ottobre ogni venerdì alle 21.15 su Sky Atlantic e Sky Cinema Uno (disponibile anche su Sky On demand, Sky Go e in streaming su Now tv).

“Mi sembra che oggi i leader politici siano come dei frontman ed è un fenomeno cominciato con Berlusconi, ma la vera costruzione politica è quella che si gioca nelle seconde, terze file” spiega Accorsi, che riprende i panni di Leonardo Notte, redivivo dopo la fine della seconda stagione, e ormai sempre più fidato factotum (senza scrupoli) del Cavaliere. I tre anni esplorati dalla serie hanno riflesso, per l’attore, “l’inizio di un’evoluzione antropologica anche in politica. Raccontiamo l’uomo nuovo, l’uomo non politico che comincia a occuparsi di politica. Allora sono stati i media tradizionali ad avere un ruolo decisivo, oggi sono i social, che, all’apparenza, sembrano aver eliminato ogni filtro comunicativo tra un leader e il proprio popolo, da Renzi a Salvini”.

Tra gli altri protagonisti della serie, hanno fatto carriera anche Veronica Castello (Leone), l’ex soubrette diventata deputata di Forza Italia, e Pietro Bosco (Caprino), il deputato leghista che conquista poltrone sempre più importanti senza perdere la sua rabbia. “La natura dei personaggi arrivando al potere non cambia, anzi è come se si amplificasse. Tutto è lecito ancora di più” sottolinea Accorsi. Per Miriam Leone (bionda per il ruolo di Eva Kant nel film su Diabolik dei fratelli Manetti), “Veronica vorrebbe affermarsi in un mondo maschile che però ancora la guarda come un oggetto e la mortifica. Ha un cuore con una purezza un po’ maledetta; aspetti che riflette nei rapporti con Leonardo e Pietro”. Per Caprino, il suo personaggio “si è più mimetizzato nel mondo della politica, ma la rabbia è come un cancro, è il motore della sua vita e infatti si accentua”. Per rappresentare Berlusconi “ho guardato alla sua abilità performativa, ma anche la fame di affetto che trasmette” spiega Pierobon.

Nell’ottimo cast, fra gli altri, anche Elena Radonicich, Giovanni Ludeno, Paolo Mazzarelli (nei panni di Umberto Bossi), Roberto De Francesco (Occhetto) e Vinicio Marchioni (D’Alema). La serie nel 2011 “è nata per raccontare una doppia rivoluzione fallita, quella di Di Pietro e quella di Berlusconi. E le tre stagioni sono servite ad affrontare le tre fasi tipiche: la rivoluzione in sé’, il terrore, e la restaurazione” spiega il produttore Lorenzo Mieli, che in particolare stavolta incrocia ai fatti di cronaca anche ricordi personali, visto che il padre Paolo, allora direttore del Corriere della Sera (lo interpreta Luca Zingaretti), pubblicò per primo la notizia dell’avviso di garanzia al Cavaliere. Per la massima veridicità storica è stato fondamentale un monumentale lavoro di ricerca (“avevamo anche due studi legali a supervisionare” dice Accorsi), che i tre sceneggiatori, Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, hanno arricchito parlando anche con i veri protagonisti: magistrati, giornalisti (da Enrico Mentana a Paolo Mieli) e politici, da Occhetto a Berlusconi, incontrato a pranzo tra la prima e seconda stagione. “Nessuna ingerenza da parte sua – assicura Mieli – ci ha raccontato tanti aneddoti e episodi della sua storia politica. Da lui, come dagli altri, abbiamo preso gli elementi che servivano al racconto”.

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