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21 febbraio 2001: delitto di Novi Ligure, 19 anni dopo il massacro

Il delitto di Novi Ligure fu un caso di duplice omicidio avvenuto il 21 febbraio 2001 nella città italiana di Novi Ligure, in provincia di Alessandria. Erika De Nardo e il suo fidanzato Omar uccisero, di comune accordo, la madre e il fratellino di Erika.

Delitto Novi Ligure: Erika e Omar la coppia di assassini

Sono passati 19 anni dal massacro di Novi Ligure, in provincia di Alessandria, quando Erika sedici anni e l’allora fidanzato Mauro Favaro, detto “Omar” di diciassette anni, uccisero premeditatamente a colpi di coltello da cucina Susanna Cassini detta “Susy”, madre di Erika, 41 anni, contabile, e il fratello undicenne Gianluca De Nardo. Secondo l’accusa i due giovani avevano progettato di uccidere anche Francesco De Nardo, il padre, ingegnere e dirigente dell’azienda dolciaria Pernigotti, e avrebbero poi desistito perché Omar, feritosi a una mano nel corso del duplice delitto, era ormai stanco e aveva deciso di andarsene. Il caso ebbe un ampio interesse mediatico.

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Da tempo i due sono usciti dal carcere e hanno cercato di farsi una nuova vita. La ragazza ha scontato la sua pena, è stata ospite della comunità Exodus di don Mazzi, in carcere si è diplomata, laureata in filosofia con 110 e lode e poi si è creata una nuova famiglia sposandosi.

Don Mazzi in un’intervista rilasciata al settimanale “Oggi”:

«Ha una nuova vita. Ha maturato la giusta consapevolezza sulla tragedia, quella che permette di continuare a vivere. Il padre è stato molto importante in questo processo»

oggi erika e omar

Dinamiche del delitto: quaranta coltellate inflitte

La donna era appena tornata a casa con il bambino dopo gli allenamenti di basket. Lei ed Erika litigarono per lo scarso rendimento scolastico dell’adolescente, lo scontro scatenò la furia della figlia. Susanna Cassini fu colpita quaranta volte, morì implorando Erika di risparmiare il fratello. Ma Gianluca aveva visto tutto e per lui non ci fu scampo. La donna venne trovata sul pavimento della cucina, il figlio nella vasca da bagno al piano di sopra.

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I processi e lo sconto della pena

Il 14 dicembre dello stesso anno Erika e Omar furono condannati in primo grado dal Tribunale per i Minorenni di Torino a 16 e 14 anni di reclusione. Le condanne furono poi confermate dalla Corte di Appello di Torino nel 2002 e in via definitiva dalla Cassazione nel 2003. Per effetto dell’indulto e dello sconto di pena per buona condotta, sono entrambi tornati liberi prima: a marzo del 2010, Omar; a dicembre 2011, Erika.

La difesa del padre di Erika

Sempre Don Mazzi nell’intervista rilasciata ha raccontato che il papà di Erika:

«è stato molto importante in questo processo».

Dopo il delitto, De Nardo non ha mai rilasciato un’intervista. Non ha mai commentato. Soprattutto, non ha mai smesso di fare il padre. E di preservare quell’unica figlia che aveva ucciso la madre e il fratellino assieme al fidanzato di allora.

Papà di Erika

Il 3 marzo 2010 Omar venne scarcerato, a seguito dei benefici dell’indulto e di sconti riconosciutigli per la buona condotta, mentre Erika è stata scarcerata il 5 dicembre 2011. Omar si è stabilito in Toscana e ha incominciato a lavorare come barista, dichiarando di voler formare una famiglia con la sua nuova fidanzata e di non voler più pensare a Erika, verso la quale affermò comunque di non portare alcun rancore.

Dopo la scarcerazione, dopo aver incontrato la nuova moglie del padre, che nel corso della detenzione le è sempre rimasto vicino affermando di averla perdonata e di doverla proteggere dalle conseguenze di quanto accaduto, Erika si è trasferita in una casa di proprietà a Lonato e ha espresso il desiderio di andare a insegnare in una scuola del Madagascar.

Nel gennaio 2013 Erika è stata intervistata da diversi quotidiani, lamentando di non riuscire a trovare lavoro perché tutti la riconoscono e la ricollegano al duplice omicidio di dodici anni prima, ottenendo l’offerta di un impiego a tempo indeterminato come segretaria in un’industria edile a Rieti, fatto che ha alimentato polemiche.

Dal settembre 2013 al marzo 2015 la giovane ha lavorato in un negozio di dischi e strumenti musicali, successivamente chiuso, nei pressi di Lonato. Il negozio apparteneva a un musicista della zona, presentato dai mass media come il suo nuovo fidanzato.

Nel dicembre 2019 Erika si è sposata, dopo 19 anni dagli omicidi.

Il depistaggio

Erika disse che furono due extracomunitari, forse albanesi, che volevano fare una rapina. Lei venne risparmiata, così come il padre Francesco De Nardo. In paese si scatenò un’ondata di xenofobia, venne addirittura fermato un giovane albanese che corrispondeva all’identikit fornito dalla ragazza. Ma presto le indagini raccontarono un altro scenario che sconvolse tutti.

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