23 febbraio 1945: durante la Battaglia di Iwo Jima, che si svolse durante la guerra nel Pacifico nell’omonima isola giapponese tra le forze statunitensi e le truppe dell’esercito imperiale giapponese, il fotografo della Associated Press, Joe Rosenthal, realizzò uno scatto impresso nella storia.
Lo scatto Premio Pulitzer “Alzando la bandiera a Iwo Jima”
Si tratta della foto intitolata “Alzando la bandiera a Iwo Jima” (Raising the Flag on Iwo Jima in inglese) che ritrae sei militari statunitensi nell’atto di issare la bandiera degli Stati Uniti d’America sulla vetta del monte Suribachi a Iwo Jima.
Lo scatto ottenne un enorme successo in patria, vincendo il Premio Pulitzer alla fotografia nel 1945. L’immagine fu posta al centro di una estesa campagna propagandistica per sostenere lo sforzo bellico degli Stati Uniti. Dopo la guerra, l’immagine fu presa a modello dallo scultore Felix de Weldon per la realizzazione del Marine Corps War Memorial, inaugurato nel 1954 e posto nelle vicinanze del Cimitero nazionale di Arlington, a Washington.
Dei militari ripresi nella foto, Harlon Block (confuso fino al 1947 con Hank Hansen), Franklin Sousley e Michael Strank rimasero uccisi a Iwo Jima nei giorni seguenti allo scatto, mentre gli altri tre Marines Rene Gagnon e Ira Hayes, e l’assistente di sanità John Bradley furono richiamati in patria e posti al centro della campagna propagandistica legata alla fotografia.
Nel 2016 il Corpo dei Marines ha ufficializzato che tra i sei uomini immortalati nella foto, Bradley fu scambiato con il soldato di prima classe Harold Schultz.
Il fotografo Joe Rosenthal
A scattare la foto sul monte Suribachi è stato il fotografo Joe Rosenthal, che a seguito del rifiuto da parte dell’U.S. Army a causa delle scarse condizioni in cui versava la sua vista, venne assunto dall’Associated Press per documentare gli spostamenti degli United States Marine Corps durante il conflitto.
Dopo lo scatto di Raising the Flag on Iwo Jima la sua vita cambiò radicalmente: da fotoreporter quasi totalmente ignoto divenne infatti quasi una celebrità, ricevendo un aumento di stipendio ed essendo insignito del Premio Pulitzer per la fotografia nel 1945.
La questione delle 2 bandiere
La bandiera dello scatto di Rosenthal non è la prima bandiera issata sul monte Suribachi la mattina del 23 febbraio. Il colonnello Chandler Johnson, comandante del 2º Battaglione del 28º Reggimento marines, inviò due pattuglie prelevate dalle compagnie D ed F ad esplorare la strada che dal versante nord del monte si inerpicava fin sulla cima.
Constatata che la resistenza giapponese era debole, il colonnello ordinò al primo tenente Harold G. Schrier di mettere assieme un contingente di 40 uomini e di portarlo fin sulla vetta del Suribachi. Johnson consegnò a Schrier una bandiera statunitense, un’insegna da 140×71 centimetri, chiedendogli di issarla sulla vetta.
Eliminata anche questa resistenza giapponese, intorno alle 10:20 Schrier e il sergente Henry Oliver Hansen innalzarono la bandiera a stelle e strisce sul Suribachi, dopo averla fissata a un lungo tubo metallico rinvenuto sul luogo. Lo staff sergeant Louis R. Lowery, un fotografo della rivista Leatherneck Magazine (il giornale ufficiale del Corpo dei marines), immortalò per primo la scena.
Questo primo alzabandiera fu salutato dalle grida di gioia dei marines sulle spiagge e dalle sirene delle navi al largo dell’isola. Il Segretario alla Marina James Vincent Forrestal, appena sbarcato su Iwo Jima, notò la bandiera e chiese che gli venisse consegnata come ricordo: informato di ciò, Johnson si rifiutò di obbedire e chiese al tenente Albert Tuttle di rimpiazzare la bandiera con una seconda insegna, in modo che la prima rimanesse al 2º Battaglione.
Lo scatto di Rosenthal
Nel frattempo, quella stessa mattina il fotografo della Associated Press Joe Rosenthal, accompagnato dal corrispondente Bill Hippie, prese terra a Iwo Jima. Si recarono al quartier generale del 28º Reggimento e qui appresero della missione di Schrier: Rosenthal, insieme al fotografo Bob Campbell e al cineoperatore Bill Genaust, si avviò quindi alla volta del Suribachi.
Circa a metà strada i tre incontrarono Lowery, diretto in senso opposto, che li informò della sua foto scattata al primo alzabandiera, ma Rosenthal decise di continuare. Giunti in vetta, trovarono la pattuglia del sergente Michael Strank intenta ad ammainare la prima bandiera e a issare la seconda: mentre Genaust riprendeva tutta la scena, Rosenthal scattò con la sua macchina Speed Graphic un’istantanea proprio mentre i sei marine alzavano il palo con la seconda bandiera. Rosenthal e Campbell scattarono altre foto dei marine esultanti in posa sotto la bandiera, prima di scendere dal Suribachi.
La foto ha vinto nel 1945 il Premio Pulitzer per la fotografia, in quanto “raffigura uno dei momenti più grandiosi della guerra”. Questo fatto ha portato a reazioni di risentimento da parte dei combattenti che, rimasti esclusi dalla seconda issata, presero invece parte alla prima issata.