Eduardo De Filippo traspose in questa commedia un affresco della sua città. Scritta durante la guerra, fu portata in scena per la prima volta al Teatro San Carlo. Divenne un film, in cui recitò anche Totò nel 1950 e in un dramma lirico nel 1977. Celebre l’espressione, entrata poi nel lessico comune: “Adda passà ‘a nuttata“, ad indicare l’attesa per la fine di un momento difficile.
25 marzo 1945: debutta “Napoli Milionaria” di De Filippo
Il 25 marzo 1945 Eduardo, con la sua nuova compagnia “Il Teatro di Eduardo con Titina De Filippo”, aveva ottenuto per un’unica rappresentazione, il cui ricavato era a favore dei bambini poveri della città, il Teatro San Carlo di Napoli.
Con la guerra finita da pochi mesi, Eduardo portò in scena Napoli milionaria, scritta probabilmente tra la fine del 1944 e l’inizio del 1945.
Napoli vive le fasi conclusive del secondo conflitto mondiale, tra rastrellamenti nazifascisti e bombardamenti alleati. Un’altra guerra sta per abbattersi sulla famiglia di Gennaro Iovine e in generale sul popolo partenopeo, colpevole e insieme vittima di una mancata ricostruzione materiale e morale e di una “nottata” non ancora trascorsa.
25 marzo 1945. Napoli milionaria!
A Napoli, durante la guerra, Amalia Jovine pratica la borsa nera in società con “Settebellizze“. Il marito Gennaro tenta di porre limite ai loro traffici, ma viene fatto prigioniero dai tedeschi. La situazione precipita, il figlio Amedeo è a rischio di arresto, la figlia maggiore Maria Rosaria è stata sedotta da un americano e la piccola, Rituccia, cade gravemente ammalata…
La commedia è un diario di vita napoletana vista attraverso la storia di una famiglia prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale.
Commedia di drammatica attualità in cui i valori fondanti della vita e cioè l’amore, la famiglia, l’onestà, il rispetto della legge, vengono travolti non solo dalla guerra ma anche dalla corruzione, dal degrado morale, dalla criminalità, dalla smodata avidità di denaro e di potere.
Il primo atto di Napoli milionaria viene considerato come la conclusione della Cantata dei giorni pari poiché presenta ancora molte caratteristiche delle commedie scritte fino a quel momento; con il secondo atto si entra nei Giorni dispari.
Dopo la prima trionfale rappresentazione al San Carlo di Napoli, la commedia fu rappresentata al Salone Margherita di Roma, il 31 marzo.
Tradotta in un film, nel cast anche Totò, nel 1950 e in un dramma lirico nel 1977, la commedia fece entrare nel linguaggio comune l’espressione “Adda passà ‘a nuttata“, ad indicare l’attesa per la fine di un momento difficile.