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4 giugno 1994, ci lasciava una delle icone del cinema italiano: Massimo Troisi

Massimo Troisi, capostipite di una nuova generazione di registi-attori, con il suo linguaggio innovativo diede un nuovo corso alla commedia italiana, portando la comicità partenopea ai fasti del passato.
Combatté per tutta la vita una malattia che l’aveva segnato già nella giovinezza. Indimenticabile è, infatti, la sua poesia, ‘O ssaje comme fa ‘o core, cantata dall’amico Pino Daniele, che riassume egregiamente il suo fare ironico e malinconico.



Il 4 giugno del 1994 moriva Massimo Troisi

Quel ragazzo di San Giorgio a Cremano, nell’hinterland vesuviano di Napoli, ne aveva di strada da fare e se non fosse stata per la sua prematura morte avrebbe continuato, con quella sua dota naturale e quella vena malinconica e sarcastica a recitare e a scrivere.

Con in tasca il solo diploma di geometra si tuffò nel teatro con due compagni di viaggio, Lello Arena ed Enzo De Caro, fondando, nel 1976, il gruppo La smorfia.

Il successo immediato proiettò i tre nella TV pubblica, con programmi come Non stop (1977), La sberla (1978) e Luna Park (1979). Troisi viene catapultato in quel mondo cinematografico degli anni ’80, il sodalizio con Roberto Benigni e il clamoroso successo di Non ci resta che piangere (1984).

Ma la critica non fu sempre generosa con l’autore, molti grandi encomi vennero affibbiati successivamente al Troisi regista. Con Il Postino (1994), portato a termine poche settimane prima dell’improvvisa morte, ebbe 4 nominations che nel 1996 fruttarono al film l’Oscar per la colonna sonora.

Massimo Troisi con quel suo sarcasmo malinconico ci avrebbe lasciato il 4 giugno del 1994 a Roma, all’età di 41 anni, nella casa della sorella Annamaria al quartiere Infernetto, per un fatale attacco cardiaco, conseguente a febbri reumatiche.


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