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Bambino morto precipitato dal decimo piano a Roma, la Procura indaga per “istigazione al suicidio”. Sequestrato il suo telefonino

Foto di repertorio

La procura di Roma ha aperto un’inchiesta sulla morte di Valerio, un ragazzino di 12 anni, precipitato ieri pomeriggio (5 dicembre) da una finestra al decimo piano del palazzo in cui viveva, in via Igino Giordani, nel quartiere Collatino.

Al momento, gli inquirenti procedono per istigazione al suicidio, e gli accertamenti, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, mirano a stabilire se si sia trattato di un incidente o di un gesto volontario. Il telefono del ragazzo è stato sequestrato per essere esaminato alla ricerca di elementi utili. Soccorso in strada, Valerio è deceduto poco dopo in ospedale.

Roma, bambino morto precipitato dal balcone: si indaga per istigazione al suicidio

Il drammatico episodio è stato scoperto grazie alle urla di una donna che, allarmata, ha fatto scendere immediatamente gli altri residenti del condominio. “Ero terrorizzata, urlavo e suonavo a tutti i campanelli”, ha raccontato. In breve, l’intero condominio si è radunato nel giardino, dove il corpo del ragazzo giaceva a terra, coperto da foglie.

La siepe aveva attutito parzialmente l’impatto, ma non è stato sufficiente a salvarlo. Il padre di Valerio, giunto subito sul posto, si è precipitato verso il figlio e ha iniziato a urlare disperato, cercando di impedire a chiunque di avvicinarsi. Un altro residente, che conosceva le manovre di primo soccorso, ha rassicurato l’uomo e ha controllato il battito del ragazzino, ancora presente. Quando l’ambulanza è arrivata, Carlo stava ancora respirando. Trasportato d’urgenza all’ospedale Bambino Gesù, è morto poco dopo.

Le indagini

Valerio era descritto da tutti come un ragazzo solare e gentile. “Era sempre educato e sorridente” racconta un condomino che lo aveva incontrato appena due giorni prima. La famiglia di Valerio era benvoluta nell’intero condominio. “Non li ho mai sentiti litigare, erano una famiglia perfetta” affermano i vicini, sconvolti dall’accaduto.

Non si sa cosa possa passare per la testa di un ragazzino, ma non abbiamo mai sentito urla provenire da quella casa”, dice un altro residente, cercando di dare conforto alla famiglia in quel momento tragico.

La notizia ha devastato amici e parenti, accorsi in ospedale per stare vicino ai genitori, descritti da chi li conosce come “professionisti seri e perbene»”. La madre del ragazzo, distrutta dal dolore, ripeteva solo: “Non ha più senso niente”, mentre il padre camminava a fatica, incapace di reagire alla perdita. Il dolore per la morte del figlio è insopportabile e, al momento, né i genitori né gli investigatori hanno una spiegazione.

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