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9 aprile 1865: conclusione della guerra di secessione americana

Il 9 aprile 1865 si conclude la guerra di secessione americana, dopo 4 anni di sanguinose battaglie, ad Appomattox, il generale Lee, comandante in capo dell’esercito della Confederazione del Sud, firma l’atto di resa al generale Grant: è la fine del più significativo tentativo separatista della storia.
Per il numero di vittime, per l’entità e la quantità dei mezzi militari impiegati e per le devastazioni prodotte, rappresentò il primo dei grandi conflitti dell’età contemporanea, segnando, però, anche la definitiva messa al bando della schiavitù sul suolo americano.

Guerra di secessione americana: i motivi dello scoppio

Lo scoppio della Guerra di secessione fu causata dai contrasti sorti tra il Nord e il Sud del paese, i due stati avevano una diversa visione dei rapporti economici: lo stato centrale, si caratterizzava sempre più per il marcato profilo industriale e per la libertà del lavoro, mentre i governi federali, con una vocazione esclusivamente agricola, basavano le loro rendite, sullo sfruttamento degli schiavi neri nelle immense piantagioni.

Sul piano politico, il Nord erano rappresentato dal Partito Repubblicano, guidato da Abraham Lincoln che era favorevole all’abolizione della schiavitù, mentre il Sud era guidato dal Partito Democratico.


9 aprile 1865 Guerra secessione americana


I motivi che fecero esplodere le due frazioni, furono tanti: la netta chiusura del Sud e del Partito Democratico, l’elezione di Lincoln che voleva abolire la schiavitù e il desiderio dei democratici di allargare le aree aperte al lavoro degli schiavi.

Tutto questo offrì il pretesto a 7 nazioni schiaviste, guidate dalla Carolina del Sud, di formare gli Stati Confederati d’America (CSA) e di eleggere un proprio presidente nella figura di Jefferson Davis; dopo queste azioni, l’unica strada da poter seguire era quella della guerra.

Lo scoppio della guerra

Nell’aprile del 1861 iniziarono le operazioni militari con l’assalto a Fort Sumter da parte dell’esercito sudista, agli ordini del generale Robert Lee.

Costui riuscì nella prima fase ad ottenere importanti vittorie ma la sproporzione delle forze in campo, portarono, dall’estate del 1863,  le sorti a girare in favore degli stati abolizionisti.

Lincoln aveva inoltre promosse il Proclama di emancipazione, che fece divenire l’abolizione della schiavitù un obiettivo della guerra. Nel 1862, l’Unione distrusse la marina fluviale della Confederazione, bloccando quindi gran parte dei loro eserciti occidentali e conquistando New Orleans.

Nello stesso anno l‘assedio di Vicksburg divise i confederati in due parti e un‘incursione del generale confederato Robert Edward Lee a nord si concluse con una disfatta nella battaglia di Gettysburg.

I successi occidentali portarono, nel 1864, Ulysses Grant al comando di tutti gli eserciti dell’Unione.

9 aprile 1865: conclusione della guerra di secessione americana

Le ultime battaglie significative, vennero combattute a Petersburg: il tentativo di fuga di Lee si concluse con la sua resa ad Appomattox il 9 aprile 1865.


9 aprile 1865 Guerra secessione americana


La guerra terminò con un bilancio spaventoso: 620 mila morti e una spesa complessiva di 69 miliardi di dollari sostenuta dalle due fazioni.

Sul piano politico vinse la linea abolizionista della schiavitù, che era stata ufficialmente messa al bando con l’approvazione del XIII emendamento alla Costituzione il 31 gennaio del 1865.

L‘assassinio di Lincoln, a 5 giorni dalla resa, fece naufragare il tentativo di ricostruire il paese in concordia, dando vita all’occupazione militare del Sud.

La guerra di secessione ha ispirato un’ampia letteratura con diverse trasposizioni cinematografiche, tra le quali Via col vento (1939) di Victor Fleming, dove vediamo come protagonisti Vivien Leigh e Clark Gable.


9 aprile 1865 Guerra secessione americana


 

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