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Eugenio Montale, tra i massimi poeti italiani del Novecento

Nato a Genova e scomparso a Milano nel 1981, fu il quarto italiano a vincere il Nobel per la Letteratura

Annoverato tra i grandi poeti del Novecento europeo, Eugenio Montale lasciò una grande eredità letteraria tra poesia, prosa e giornalismo. Nato a Genova e scomparso a Milano nel 1981, fu il quarto italiano a vincere il Nobel per la Letteratura (nel 1975).

Antifascista convinto, dal 1948 iniziò a collaborare per il Corriere della Sera, scrivendo di letteratura straniera e di critica letteraria. Nominato “senatore a vita” nel 1967, otto anni dopo fu premiato dall’Accademia svedese con il massimo riconoscimento per uno scrittore, «per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni».

Eugenio Montale, tra i grandi poeti del Novecento

Eugenio Montale, uno dei massimi poeti italiani, nasce a Genova il 12 ottobre 1896 nella zona di Principe. La famiglia commercia prodotti chimici (il padre era curiosamente fornitore dell’azienda dello scrittore Italo Svevo). Eugenio è ultimo di sei figli.

Infanzia e giovinezza

Trascorre l’infanzia e la sua giovinezza tra Genova e lo splendido paese di Monterosso al Mare, nelle Cinque Terre, dove la famiglia è solita recarsi in vacanza.


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Frequenta l’istituto tecnico commerciale e si diploma in Ragioneria nel 1915. Tuttavia Montale coltiva i propri interessi letterari, frequentando le biblioteche della sua città e assistendo alle lezioni private di filosofia della sorella Marianna.

La sua è una formazione da autodidatta: Montale scopre interessi e vocazione attraverso un percorso senza condizionamenti. Le lingue straniere e la letteratura (ha un amore speciale per Dante) sono la sua passione. Negli anni tra il 1915 e il 1923 inoltre studia musica insieme al baritono Eugenio Sivori.

Accademia militare e Prima Guerra Mondiale

Entra all’Accademia militare di Parma dove richiede di essere inviato al fronte, e dopo una breve esperienza in Vallarsa e Val Pusteria, Montale viene congedato nel 1920. Questi sono gli stessi anni in cui il nome di D’Annunzio è conosciuto in tutta la nazione.


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Terminata la Prima Guerra Mondiale Montale inizia a frequentare i circoli culturali liguri e torinesi. Nel 1927 si trasferisce a Firenze dove collabora con l’editore Bemporad. Nella capitale toscana gli anni precedenti erano stati fondamentali per la nascita della poesia italiana moderna. Le prime liriche di Ungaretti per “Lacerba”, e l’accoglienza di poeti come Cardarelli e Saba presso gli editori fiorentini avevano gettato le basi di un profondo rinnovamento culturale che neppure la censura fascista avrebbe potuto spegnere. Montale entra in punta di piedi nell’officina della poesia italiana con un “signor biglietto da visita”, l’edizione degli “Ossi di Seppia” del 1925.

Espulso dal G.P. Vieusseux per antifascismo

Nel 1929 è chiamato a dirigere il Gabinetto scientifico letterario G.P. Vieusseux, dal quale verrà espulso nel 1938 per antifascismo. Nel frattempo collabora con la rivista “Solaria”, frequenta il circolo letterario del caffè delle “Giubbe Rosse” – dove tra gli altri conosce Gadda e Vittorini – e scrive per quasi tutte le nuove riviste letterarie che nascono e muoiono in quegli anni.


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Non chiederci la parola che squadri da ogni lato, tratto da Ossi di seppia (1925), su un muro a Leida.

Mentre la sua fama di poeta cresce, si dedica anche a traduzioni di poesie e testi teatrali, in prevalenza inglesi.

Ultimi anni e grandi riconoscimenti

Terminata la Seconda Guerra Mondiale si iscrive al Partito d’Azione e inizia un’intensa attività con varie testate giornalistiche. Nel 1948 si trasferisce a Milano dove inizia la sua collaborazione con il Corriere della Sera, per conto del quale compie molti viaggi e si occupa di critica musicale.


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Eugenio Montale fotografato a Milano da Federico Patellani, 1964.

Montale raggiunge fama internazionale, attestata dalle numerose traduzioni in svariate lingue delle sue poesie. Nel 1967 viene nominato senatore a vita, mentre 8 anni dopo arriva il riconoscimento più importante: il Premio Nobel per la Letteratura.

Morte e vita privata

Muore a Milano il 12 settembre 1981, poco prima di compiere 85 anni, nella clinica San Pio X dove si trovava ricoverato per problemi conseguenti a una vascolopatia cerebrale. Viene sepolto accanto alla moglie Drusilla nel cimitero vicino alla chiesa di San Felice a Ema, sobborgo nella periferia sud di Firenze.


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Eugenio Montale ebbe numerose donne nella sua vita, che divennero sue muse ed entrarono spesso nella sua poesia. La più famosa è sicuramente la scrittrice Drusilla Tanzi, sua moglie, sposata nel 1962 (un anno prima della sua morte) dopo decenni di convivenza. Nelle poesie di Eugenio Montale la Tanzi è chiamata affettuosamente Mosca, a causa della sua miopia.


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Montale con Drusilla Tanzi e Gerti Frankl nel 1928.

 

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