NAPOLI. Il tema della movida violenza continua a monopolizzare il dibattito pubblico a Napoli. Dopo le dichiarazioni di ieri, il questore Antonio De Iesu è tornato sull’argomento durante la presentazione del rapporto Confcommercio sulla percezione della criminalità a Napoli da parte delle imprese.
«Unità tra soggetti per combattere criminalità»
Il questore De Iesu ha detto che a Napoli ci sono «troppi demoni e si sta abbassando molto l’età criminale, il disagio in centro è ancora notevole e il commerciante troppo spesso è solo». Quindi: «L’unica possibilità concreta è l’unità di lavoro tra i soggetti».
«La movida si concentra in alcune aree molto ristrette della città di Napoli che vengono fruite da gruppi, e in alcune casi branchi, di soggetti che si aggregano, vengono dai loro quartieri periferici, portano nel centro il loro stile di vita, il loro atteggiamento comportamentale, il loro disagio, la devianza, frutto di quei quartieri – ha continuato il questore. – Dentro i quartieri si capisce come crescono e vivono i ragazzi. È impressionante cogliere negli occhi di minorenni che uccidono le persone una malvagità, una carica di violenza e aggressività che porta all’interrogativo: come mai le comunità, i quartieri hanno generato queste belve?».
Sulla movida De Iesu ha poi aggiunto: «In questo momento si dovrebbe trovare una sintesi tra la legittima esigenza dei giovani di godere del divertimento, le legittime esigenze dei residenti di trovare serenità e tranquillità, la legittima esigenza degli imprenditori che vogliono operare. Il problema è che servirebbe un algoritmo della Nasa per fare questa sintesi».