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Paolo Villaggio, Fantozzi, Napoli e l’Italia

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“Allora ragioniere che fa… compi?” magari, dall’altra parte, per così dire, Gigi Reder, o meglio il geometra Filini, potrebbe fargli questa domanda. Compie – anzi, avrebbe compiuto, rimanendo nelle coordinate terrestri – 85 anni il grande Paolo Villaggio.
Talento istrionico, esploso in televisione, con la scrittura, quindi al cinema, Paolo Villaggio è noto – superfluo dirlo – al grande pubblico soprattutto per aver ideato il personaggio di Ugo Fantozzi.

Non si intende, in questa sede, ripercorrere la carriera di Paolo Villaggio o analizzare il personaggio di Ugo Fantozzi: come redazione de L’Occhio di Napoli vogliamo semplicemente ricordare un personaggio che ha dato tanto al mondo della cultura, dello spettacolo e del cinema italiano. Personalmente, tra l’altro, ho dedicato un saggio a Ugo Fantozzi e al genio di Paolo Villaggio, dal titolo Memorie dal sottoscala – Fantozzi ti amo.

Tornando a noi, in qualità di L’Occhio di Napoli ci preme ricordare il rapporto che, direttamente o indirettamente, il grande comico genovese ha avuto con la città di Napoli.

In primis, Paolo Villaggio ha lavorato – in particolare per Fantozzi – con grandi artisti partenopei: Gigi Reder, al secolo Luigi Schroeder, ossia il geometra Filini, era napoletano. Così come era napoletano Giuseppe Anatrelli, ossia il geometra Calboni nei primi due film della saga di Fantozzi. Successivamente anche il compianto Antonio Allocca – napoletano anche lui – ha avuto qualche parte nella saga fantozziana.

Al di là di Fantozzi, Paolo Villaggio è stato diretto da Lina Wertmuller nel film Io speriamo che me la cavo, tratto dal romanzo di Marcello D’Orta. Il film era ambientato in provincia di Napoli anche se le scene sono state girate a Taranto (alcune a San Giorgio a Cremano).

È noto ovviamente che il comico genovese avesse un rapporto di odio/amore con il Sud: eppure, era siciliano di origine, in quanto il padre Ettore si trasferì a Genova per lavoro.

Di certo, mai il comico genovese ha nascosto la sua ammirazione per il Meridione, pur lasciandosi andare, qualche volta, a dichiarazioni molto forti.

Del resto, il personaggio di Ugo Fantozzi è presente anche nelle statue dei presepi di San Gregorio Armeno.

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