Cronaca

Coprifuoco, da Catania a Torino la protesta nelle piazze. E la tensione sociale adesso cresce

Le due manifestazioni di protesta a Napoli sono state l'inizio. La polveriera sociale del Sud ha dato il "la" e ora l'attenzione è massima

Le due manifestazioni di protesta a Napoli contro il coprifuoco sono state solo l’inizio. La polveriera sociale del Sud ha dato il “la” e ora l’attenzione per i prossimi appuntamenti, più o meno pubblici, è massima.

Da Catania a Torino la protesta nelle piazze per il coprifuoco

Nelle prossime settimane rischiamo di assistere ad un ampliamento della frattura sociale di cui già si intravedono le prime avvisaglie. I sindaci ne tengono conto e faranno tutto quanto è possibile per mantenere unite le comunità e per spegnere possibili reazioni violente a una situazione tanto difficile” ha detto il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro. E in queste ore è stato chiesto di prestare maggiore attenzione alla sicurezza dei ministri e del presidente del Consiglio.

Si torna in piazza a Napoli

Alle 18 in piazza Plebiscito a Napoli c’è già un nuovo appuntamento che viaggia su Facebook a cui dovrebbero partecipare numerosi commercianti, colpiti dalle chiusure obbligate stabilite dall’ultimo Dpcm. “Tu ci chiudi tu ci paghi” si legge sul volantino che chiama a raccolta i cittadini napoletani in piazza del Plebiscito.

Stesso slogan visto sugli striscioni esposti la notte di venerdì prima che i cassonetti venissero dati alle fiamme, le bottiglie e i petardi scagliati contro gli agenti di polizia: “‘A salute è ‘a primma cosa ma senza sórde nun se canteno messe”.

Un sit-in che si annuncio pacifica, nel rispetto del distanziamento fisico, in file ordinate, mantenendo un metro di distanza tra ogni partecipante. Ma la preoccupazione resta per il rischio che la protesta si trasformi in rivolta e venga violato di nuovo il divieto di muoversi in corteo o l’orario del coprifuoco, fissato in Campania alle 23.

Allerta massima a Torino

Allerta massima a Torino dove alle 20.30 in piazza Castello si riunirà la “protesta del popolo” contro “dittatura, coprifuoco e lockdown e alle 21 una seconda manifestazione è stata convocata in piazza Vittorio Veneto. In strada potrebbe esserci un mix di presenze, perché nelle indagini preventive si parla sia di ambienti anarchici che di elementi dell’estrema destra.

Il tempo delle richieste – si legge su uno degli appelli social – è finito, sappiamo che chi ci governa non ci ascolta, popolo italiano e piemontese ci dobbiamo riunire ed essere uniti contro questa dittatura”. L’altro comunicato, per l’appuntamento di piazza Vittorio Veneto, fa sapere che “partirà una manifestazione pacifica contro il coprifuoco”, firmato “un gruppo di cittadini torinesi”.

I centri sociali intanto guardano e ragionano: “Non ci sono manifestazioni in programma ma la rabbia sociale c’è” dicono da Askatasuna. Pronti alla mobilitazione anche ristoranti, baristi, gestori di pub: “Alle 18 siamo costretti a chiudere, ma avere un futuro è un nostro diritto”.

È questo il messaggio del manifesto che centinaia di aderenti a Fiepet, la federazione dei pubblici di Confesercenti, affiggeranno da questo pomeriggio sulle proprie vetrine. Intanto in mattinata sono scesi in piazza i tassisti che si sentono colpiti dalle limitazioni del governo perché, si legge in una nota congiunta dei sindacati di categoria, “il nostro lavoro dipende direttamente dall’apertura o meno delle attività”.

Milano

Una protesta diffusa. Che mette timore anche a Milano dove in giornata scenderanno in piazza i commercianti. Il presidente del Club Imprese storiche di Confcommercio, Alfredo Zini, ha annunciato un presidio davanti alla prefettura alle ore 15, ci saranno titolari di ristoranti e bar che contestano la serrata dalle 18, chiedono il coraggio di chiudere tutto per tre settimane per contenere i contagi e salvare il Natale e temono le infiltrazioni mafiose nelle aziende in crisi.

Un altro volantino invita a ritrovarsi sempre alle 15 ma davanti alla Regione per “riprenderci ciò che è nostro”. Il rischio, per il Viminale, è che a soffiare sul fuoco della crisi sociale siano le frange più estremiste. E che la disperazione, che il governo spera di sedare con un ristoro economico in tempi brevi, diventi rabbia e la rabbia distruzione.

Parma

A Parma un gruppo di minorenni in piazza della Pilotta ha reagito con lanci di bottiglie al richiamo di una pattuglia di carabinieri a mettersi la mascherina. Per manifestazione non autorizzata verranno denunciati una trentina di ultrà del Cagliari che hanno acceso fumogeni fuori dallo stadio Sardegna Arena prima dell’incontro con il Crotone.

Salerno

A Salerno il corteo ha bloccato la circolazione in via Roma: i manifestanti si sono seduti a terra per poi sciogliersi in piazza Portanova. Ma alcune decine di persone hanno cercato di raggiungere la casa del governatore Vincenzo De Luca, principale destinatario dei cori di protesta, respinti dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa.

Catania

Tensione anche a Catania dove alcune bombe carta sono esplose davanti alla sede della Prefettura provocando qualche battibecco tra gli stessi manifestanti, duecento persone auto-convocatesi tramite una campagna anonima lanciata sempre via social. A Siracusa un corteo di 300 persone, soprattutto ristoratori, gestori di bar, pizzerie e palestre, ha attraversato il cuore della città. Stesse scene anche a Pescara.

Fonte: La Repubblica


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