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Parlamentarie Movimento cinque stelle, no al figlio del boss

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NAPOLI. Le Parlamentarie del Movimento cinque stelle non hanno mancato di far discutere anche in Campania, con numerosissimi attivisti esclusi dalla consultazione che non hanno potuto prendere parte alla competizione elettorale.
Il sistema del Movimento cinque stelle, infatti, è costituito da diverse fasi: in una prima fase sono state chieste le disponibilità alle candidature, poi c’è stato un lavoro di scrematura del referente politico per la Campania, Valeria Ciarambino, insieme ai referenti territoriali. Quindi martedì e mercoledì il voto sulla piattaforma Rousseau, in cui i militanti hanno scoperto chi era davvero stato scelto per le parlamentarie. Con la rabbia degli esclusi fatta di post al vetriolo affidati alle pagine di facebook.

Diverse le reazioni, come riportato dal quotidiano Il Mattino.

Le reazioni

«Dite che è stata una grande prova di democrazia, a mio parere è stata messa a dura prova la democrazia – scrive Marco Manna, di Torre del Greco – I partiti per comporre le liste si chiudono dentro a delle stanze, questo è un sistema che abbiamo sempre combattuto, ma vista l’alternativa Rousseau, è molto più onesto. Perché in lista entrano delinquenti, opportunisti, incapaci, e non c’è nessuno che paga né il segretario né, tanto meno, la piattaforma web». Non è un troll o un infiltrato, perché sono tanti i pentastellati a rispondere e lo stesso Manna assicura il voto ai grillini.

C’è chi la prende con filosofia: «Per motivi che non conosco e gradirei conoscere, sono stato escluso: avere una motivazione valida non sarebbe male» scrive Alberto Gargiulo, 34 anni, di Pimonte. Altri sono più inferociti: «Vedere un Sautoriello, amico degli amici, candidato e probabilmente eletto con il Movimento e tanti altri militanti di sempre buttati fuori come se nulla fosse, senza una motivazione, è semplicemente assurdo – per Francesco Contò di Castellammare di Stabia – Abbiamo l’obbligo di andare avanti, ma è mortificante». Il Sautoriello preso di mira è Carmine, originario di Nola, fotografato in passato con l’ex assessore di Caldoro Pasquale Sommese, che risponde sempre sul web: «Un pregiudizio triviale, una generalizzazione tra buoni e cattivi solo per una foto con uno dei tanti amici fatta a vent’anni».

Il figlio del boss

Un caso a parte è quello di Franco Iacolare, 47 anni, attivista di Giugliano, figlio di Corrado, il boss del clan di Cutolo protagonista delle guerre camorristiche degli anni ’80. Franco, immortalato ad aprile scorso con Luigi Di Maio, era stato pubblicamente difeso dal candidato premier persino in un suo libro. Candidato alle parlamentarie, però, Iacolare è stato depennato. E ora chiede il perché: «Di Maio mi ha riabilitato escludendo legami criminali, perché ora non darmi questa possibilità di candidarmi?».

Intanto, le liste ufficiali dei candidati al Parlamento per le elezioni politiche del 4 marzo saranno presentate domenica dal Movimento cinque stelle, in occasione di un meeting in programma a Pescara.

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