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Suore di clausura, via libera sui social: è già boom di Clarisse e Benedettine

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Le suore di clausura potranno iscriversi e utilizzare i social network. Una notizia che non è passata inosservata e che ha incuriosito molti osservatori, tanto da far partire già indagini e sondaggi.

Suore di clausura sui social network

In particolare, come registra l’approfondito studio fatto per l’Adnkronos da Francesco Diani, informatico che cura la lista dei siti cattolici italiani, i Benedettini e le Clarisse registrano un boom di presenze su Facebook. I monaci hanno addirittura un incremento del 37,5% rispetto agli ultimi anni. Ai Benedettini tengono testa le Clarisse la cui presenza sul web registra un incremento del 30%.

Chissà che sul gradimento social dietro le grate non abbia inciso anche il documento ‘Cor Orans’, istruzione redatta dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata, approvata dal Papa per cui monaci e monache che vivono in clausura possono fare uso dei social, pure nella sobrietà, anche se recentissimo. “In effetti – osserva Francesco Diani – per questi ordini claustrali si tratta di un incremento di grande evidenza, ad indicare che anche chi vive dietro una grata, a differenza di quanto accadeva nel passato, vuole fare arrivare al mondo la propria testimonianza”. La classifica registra l’incremento netto tenendo conto anche dei siti che magari sono stati cancellati.

In generale, la presenza cattolica sui social, nel tempo, è diventata molto forte: al 18 maggio il numero di siti cattolici è arrivato a quota 14.952. La parte del leone la fa la Lombardia con 793 parrocchie e un incremento del 2,1% (nel 2007 erano 554). A ruota, le parrocchie del Triveneto (457) e del Lazio (383). Poco internaute le chiese della Basilicata (24 siti ma nel 2007 erano 15) e della Svizzera-Ticino che rimangono con 15 siti come nel 2016.

In generale, comunque, sono sempre di più le parrocchie che sbarcano sui social visto che nella hit parade generale hanno avuto un incremento del 26,6%.Tra le associazioni e i movimenti, si registra un decremento generale (L’Azione cattolica, ad esempio, perde un 3,7%, l’Agesci è a -2,6%; il Cammino Neocatecumenale ha un decremento del 18,5%) fatta eccezione per i Movimenti per la Vita che, registrando un incremento del 47,1% (50 nel 2018 contro i 33 siti del 2007), fanno emergere tutta la loro “combattività”, per dirla con l’informatico Diani.

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