TORRE ANNUNZIATA. “La memoria è impegno”, per non dimenticare le vittime innocenti di camorra. Si è svolta ieri sera la commemorazione organizzata dal presidio cittadino dell’associazione “Libera” e dal comune di Torre Annunziata per ricordare il sacrificio dell’imprenditore torrese Luigi Staiano, assassinato dalla camorra il 4 luglio di trentadue anni fa dopo aver rifiutato di pagare il pizzo e denunciato i suoi estorsori.
Torre Annunziata ricorda Luigi Staiano a 32 anni dal suo omicidio
Alla Messa in suffragio, officiata nella Parrocchia di Santa Teresa e San Pasquale di piazza Ernesto Cesàro, hanno partecipato i rappresentanti dell’associazione Magistrati del Tribunale oplontino, le autorità civili, militari e religiose del territorio e molti cittadini.
Dopo la commemorazione religiosa, si è svolto un incontro, moderato dal giornalista Giovanni Taranto, al quale hanno partecipato Pasquale Del Prete, presidente dell’associazione Antiracket di Ercolano, e Giovanni Sannino, rappresentante dell’Associazione “Pannunzio” Antiracket di Portici. I due relatori hanno raccontato l’esperienza da loro vissuta in prima persona nella lotta al “pizzo”, imposto dai clan del “Sistema” delle rispettive realtà territoriali.
Le dichiarazioni
«Il mio mestiere è fare l’imprenditore edile – spiega Del Prete – e svolgo questa attività sin dall’inizio degli anni ’80. Un periodo terribile per Napoli e la provincia, durante il quale si sparava continuamente in strada e l’unica legge vigente sembrava essere quella imposta dalla camorra. Nella mia carriera ho subito svariati tentativi di estorsione, ma ho avuto la forza di non piegarmi denunciando i miei taglieggiatori alle forze dell’ordine. In fin dei conti – prosegue – ho solo esercitato il mio sacrosanto diritto di libero cittadino con una fiducia incondizionata nei confronti delle Istituzioni. Lo scopo della nostra associazione, che da anni opera sul territorio di Ercolano con ottimi risultati, è quello di fornire un sostegno concreto ad imprenditori e commercianti, per aiutarli a liberarsi dalla paura, ad avere coraggio ed a sottrarsi dalla morsa asfissiante del sistema camorristico».
Giovanni Sannino, invece, ha perso tutto. «Avevo un’impresa a gestione familiare legata al settore dell’abbigliamento – afferma –. Dopo essermi più volte rifiutato di pagare il “pizzo” e dopo aver denunciato i miei estorsori, la camorra ha dato alle fiamme i miei depositi. E’ da allora che ho deciso di entrare a far parte dell’associazione “Pannunzio” e di impegnarmi anima e corpo nell’attività antiracket. Bisogna coinvolgere soprattutto i giovanissimi – conclude Sannino -, andare nelle scuole per far capire loro che nonostante vivano in territori “complicati” è possibile seguire la strada della legalità».
Presente alla commemorazione anche Fabiola Staiano, figlia di Luigi. «Ringrazio il Sindaco, l’associazione “Libera”, le autorità e tutti i cittadini presenti per omaggiare la memoria del mio papà e di tutte le vittime innocenti della camorra. Questa serata la dedico a mia madre – recentemente scomparsa – che, nonostante il vile assassinio di mio padre, è voluta restare a Torre Annunziata, battendosi in tutti questi anni con grande dedizione per il rispetto della legalità. Spero che in ognuno di voi – conclude – ci sia una piccola parte di Luigi Staiano, un padre e un marito affettuoso, e soprattutto un uomo con un grande coraggio».
Don Ciro Cozzolino, referente cittadino dell’associazione “Libera”, ha voluto lanciare un appello. «Anni fa – commenta – la prima marcia antiracket organizzata nella nostra città partì proprio da dove ci troviamo adesso, da piazza Cesàro. Ed è per tale ragione che abbiamo fortemente voluto che questa commemorazione si svolgesse qui, all’aperto e in mezzo alla gente. Ed è da qui che idealmente dobbiamo ripartire. Questa serata è per Luigi, un “gigante”, e per chi come lui ha pagato con la vita il rifiuto a sottostare al giogo imposto dalla camorra. Il loro sacrificio ci ha indicato una strada che, uniti e tutti insieme, dobbiamo percorrere».
«Siamo qui per ricordare un uomo – afferma il sindaco Vincenzo Ascione – che ha sacrificato la propria vita nel tentativo non vano di ribellarsi alla camorra. E noi tutti abbiamo il dovere di guardare a Luigi Staiano come un esempio da seguire. Torre Annunziata ha vissuto anni difficili, ma oggi possiamo volgere lo sguardo al futuro con positività, grazie soprattutto all’incessante lavoro svolto dalle forze dell’ordine e dalla magistratura che operano sul territorio e che ha consentito di debellare quasi nella sua totalità il fenomeno camorristico nella nostra città. Pochi giorni fa – continua il primo cittadino – ho partecipato, insieme ad altri sindaci, ad un incontro in Prefettura organizzato dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. In tal senso, la giunta comunale ha approvato un documento con il quale manifesta il proprio interesse ad acquisire ventiquattro immobili presenti sul nostro territorio sequestrati alla camorra dall’Agenzia dei Beni Confiscati, con lo scopo di destinarli alla realizzazione di progetti con finalità sociali. O, in alternativa, di utilizzarli a favore della collettività per contrastare l’emergenza abitativa. Vi assicuro che l’Amministrazione Comunale – conclude Ascione – sta lavorando per fornire risposte positive alle istanze dei cittadini».
Al termine dell’iniziativa tre giovani hanno intonato le note di “Pensa”, la canzone scritta e interpretata dal cantautore Fabrizio Moro. Il testo è un vero e proprio inno alla vitae un invito a tutti gli uomini ad avere il coraggio di combattere un sistema malato fatto di corruzione, morte, distruzione, interesse per il denaro e totale disinteresse per la vita.