L’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) lancia l’allarme: il Covid sta mettendo a rischio le pensioni di tutta Europa. In particolare, l’Italia, quest’anno raggiungerà il picco di spesa pari al 17% del Pil. La Ragioneria generale dello Stato ha previsto un record senza precedenti a causa della pandemia e del debito esorbitante contratto dal Governo. A farne le spese saranno i giovani lavoratori.
Secondo l’Ocse, l’eccessivo indebitamento dell’Italia mette sotto pressione la tenuta delle pensioni. Senza tagli, il sistema collassa.
L’allarme dell’Ocse sulle pensioni a rischio per il Covid
L’Ocse nel suo annuale “pensiono outlook” ha dichiarato che: “il calo sostanziale delle entrate nei paesi Ocse porterà a un indebolimento delle finanze pensionistiche a breve termine” e che “la mortalità in eccesso della popolazione anziana dovuta a Covid 19, osservata finora, dovrebbe ridurre solo leggermente la spesa pensionistica attuale e futura”.
Per l’Ocse bisogna abolire quota 100 e aumentare l’età pensionabile
L’Ocse aveva già chiesto all’Italia di intervenire al più presto sul sistema pensionistico per evitare che la spesa previdenziale vada fuori controllo nel giro di alcuni anni. È necessario, altresì, concentrarsi sull’aumento dei tassi di occupazione, in particolare tra i gruppi vulnerabili. Questo ridurrebbe l’utilizzo futuro delle prestazioni sociali di vecchiaia.
L’Ocse, quindi, boccia di netto la riforma che ha introdotto quota 100 e auspica che vanga cancellata.
Cosa succederà alle pensioni future?
Secondo gli studi di ricerca, le pensioni future saranno penalizzate anche nella misura e nel ritardo dal mondo del lavoro. Infatti, chi oggi ha 30 anni, quando andrà in pensione, si ritroverà di fronte un sistema contributivo. Tale sistema è penalizzante rispetto a quello retributivo misto utilizzato oggi dall’Inps per chi attualmente si appresta ad andare in pensione.
Gli scenari pensionistici nel 2058
- Il 30enne di oggi avrà una pensione pari al 60-65% della retribuzione se versa costantemente i contributi come lavoratore subordinato.
- Chi avrà rapporti di lavoro discontinuo, autonomo o in diverse gestioni Inps, si vedrà una pensione in percentuale potrà essere inferiore anche di un terzo.
Questo comporterà che bisognerà organizzarsi per ottenere una pensione integrativa, con tutti i rischi connessi a questi tipo di previdenza privata.
I giovani di oggi andranno in pensione dopo i 70 anni
Chi deve preoccuparsi maggiormente sono i giovani lavoratori per i quali le aspettative di vita cresceranno di più e quindi saranno chiamati a prolungare maggiormente la permanenza al lavoro.
Così, ad esempio:
- Un 60enne potrà andare in pensione tra i 67 anni e 4 mesi e i 67 anni e 11 mesi.
- Un ragazzo nato nel 1999, nella migliore delle ipotesi, potrà andare in pensione a 69 anni e un mese oppure, nella peggiore, a 74 anni e due mesi.