NAPOLI. È partito ieri alla volta di Brescia il primo pezzo dell’alternatore della centrale nucleare dismessa del Garigliano, a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta. Lo riporta il quotidiano Il Mattino.
Lo smantellamento della centrale nucleare
L’intero alternatore, destinato a essere fuso per recuperare ferro, rame e plastica, sarà portato via con quattro viaggi nel giro di una settimana. Complessivamente saranno recuperate quattrocento tonnellate di materiale. Solo diciassette tonnellate di amianto, il 4% dell’alternatore, non potranno essere riciclate e finiranno in discarica.
La prossima tappa dello smantellamento della ex centrale sarà la demolizione della turbina, demolizione che sarà completata nel 2020. Nella turbina, diversamente dall’alternatore, una parte del metallo ha bassa radioattività. Questa parte non potrà essere riciclata, ma sarà stoccata sul posto.
La parte più delicata dello smantellamento della centrale sarà la demolizione del guscio del reattore, il vessel, dove si trova il 99% del materiale radioattivo (non l’uranio, già rimosso). L’operazione sarà condotta ricoprendo d’acqua il vessel e mandando robot subacquei comandati a distanza a tagliare l’acciaio.
La demolizione della ex centrale, cominciata nel 2012, dovrebbe essere completata nel 2026, per un costo finale di 380 milioni di euro. Saranno smaltite 270 mila tonnellate di materiali, delle quali solo seimila tonnellate radioattive.
Queste ultime saranno stoccate sul sito stesso della centrale, in depositi temporanei, in attesa che venga realizzato il deposito nazionale.
L’edificio della centrale inaugurata nel 1964 su progetto di Riccardo Morandi, è stato vincolato come immobile di valore storico-artistico e dovrebbe essere conservato.