«Segregata da due anni», le lacrime della mamma di Fortuna. Il pianto, il dolore, la voglia di riavere la propria figlia accanto a lei.
«Segregata da due anni», le lacrime della mamma di Fortuna
«Rivoglio Fortuna con me, almeno da morta». Patrizia piange e cerca di raccogliere le forze quando parla della figlia, uccisa e strappata alla vita dal marito. Con lei c’è Salvatore, il papà della giovane donna. Dal giorno del femminicidio, nella piccola casa nel cuore della Sanità, è un via vai di parenti, amici e conoscenti: un bacio, un abbraccio, una preghiera. Tutti vogliono essere vicini ai genitori di Fortuna, nata e cresciuta in quel quartiere prima di trasferirsi a vivere Miano con l’uomo che l’avrebbe uccisa.
Costretta all’assenza
«Negli ultimi due anni non eravamo riusciti a vederla, e neanche a sentirla al telefono – spiegano i genitori – l’aveva isolato e ogni volta che abbiamo cercato di contattarla lui ce lo ha impedito». Adesso che Fortuna non c’è più, i ricordi tornano alla mente: «Si erano conosciuti grazie ad alcuni amici in comune, dopo due anni di fidanzamento decisero di sposarsi. Vincenzo sembrava l’uomo perfetto – spiega mamma Patrizia tra le lacrime con il passare del tempo avevamo notato che Fortuna poteva frequentarci solo in sua presenza e persino i nostri nipoti non potevano rimanere soli con i cuginetti, ma lei continuava a dire che andava tutto bene».