Cronaca

“Rischio Covid”, l’ex senatore Denis Verdini agli arresti domiciliari

Covid, Denis Verdini trasferito agli arresti domiciliari per la vicenda del Caso del Credito Cooperativo Fiorentino

Finisce agli arresti domiciliari l’ex senatore Dennis Verdini. Lo ha deciso a disposto il Tribunale di Sorveglianza, sottolineando che Verdini è “un soggetto particolarmente vulnerabile al contagio Covid-19”. L’ex parlamentare lascia così il carcere di Rebibbia dopo 80 giorni di detenzione.

Covid, Denis Verdini agli arresti domiciliari ed il Caso del Credito Cooperativo Fiorentino

Dopo che la Cassazione aveva confermato la sua condanna a 6 anni e mezzo nell’ambito del processo per il crac del Credito cooperativo fiorentino, Dennis Verdini si era costituito. La Banca d’Italia, con delibera unanime del Direttorio del 20 luglio 2010, propone al Ministro dell’economia e delle finanze “la sottoposizione dell’azienda alla procedura di amministrazione straordinaria per gravi irregolarità nell’amministrazione e gravi violazioni normative”.

Con decreto del 27 luglio il Ministro dell’Economia dispone il commissariamento della banca. Il 14 agosto la Banca d’Italia contesta a Verdini un conflitto d’interessi pari a 60,5 milioni di euro per la banca di cui è stato amministratore. Nel marzo 2012 l’istituto, sottoposto dalla Banca d’Italia a liquidazione coatta amministrativa, cessa di esistere. Le attività sono acquisite da Chiantibanca mentre le sofferenze sono acquisite dal fondo nazionale di garanzia delle Bcc.

La condanna

Il 14 marzo 2013 i pm di Firenze chiedono il rinvio a giudizio per Verdini per il procedimento sulla gestione del Credito Cooperativo Fiorentino. Nel luglio 2014 il GUP di Firenze Fabio Frangini accoglie la richiesta dei PM. Viene fissata la prima udienza per il 21 aprile 2015. Verdini dovrà rispondere per truffa ai danni dello Stato.

Il 23 luglio 2015 viene rinviato a giudizio dal GUP di Firenze nell’ambito di un procedimento in cui viene ipotizzata la bancarotta fraudolenta per il fallimento di un’impresa edile di Campi Bisenzio che aveva un debito di 4 milioni di euro con il Credito cooperativo fiorentino presieduto da Verdini. La prima udienza del processo si terrà il 13 ottobre.

Il 2 marzo 2017 per il fallimento della banca in primo grado viene condannato a 9 anni di reclusione e all’Interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il 3 luglio 2018 in appello viene condannato a 6 anni e 10 mesi; è stata riconosciuta una continuazione tra il reato di bancarotta per la banca e la parte del processo riguardante l’editoria e la procura generale inoltre aveva contestato il reato di associazione a delinquere a Verdini che per quell’accusa era già stato assolto in primo grado.

Lo stesso Verdini in aula, alla fine dell’arringa dei suoi difensori, aveva detto: “Non è vero che volevo far fallire la banca. Io ho dato tutto per quella banca. Ho preso le ceneri di una piccola banca e l’ho fatta sviluppare, trasformandola in una comunità. Persone con cui sono nato e cresciuto, e che sono morte prematuramente, in questo processo sono state sbatacchiate dagli eventi”.

Il 3 novembre 2020 Verdini viene condannato in via definitiva a 6 anni e mezzo di reclusione per bancarotta mentre per altri 4 mesi di pena vengono prescritti i reati di truffa allo Stato sui contributi all’editoria. La stessa sera si presente ai cancelli del carcere romano di Rebibbia per costituirsi.

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