Cronaca Napoli, Napoli

Napoli, teatri illuminati per protesta contro la chiusura: arrivano i carabinieri al Bellini

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Napoli, nella serata di ieri, 22 febbraio, i teatri si sono illuminati per protestare contro la chiusura. Il movimento che ha messo in piedi questa iniziativa sarà presente anche a Sanremo come ospite de Lo Stato Sociale nella serata delle cover.

Teatri partenopei illuminati per protesta

Anche il teatro Bellini di Napoli si illumina in segno di protesta contro la chiusura. Il teatro, come altri 500 in tutta Italia, ha riacceso le sue luci per una sera, aderendo all’iniziativa lanciata da Unita (Unione nazionale interpreti teatro e audiovisivo).

L’arrivo dei carabinieri

Ignoti hanno allertato i carabinieri che sono giunti alle 21,20. Dopo il controllo dei documenti ai presenti, la serata prosegue. Sono tantissimi i luoghi dello spettacolo di Napoli che partecipano all’iniziativa. A cominciare dal San Carlo, che ha illuminato le sue finestre e portici, su indicazione del soprintendente Stéphane Lissner.

“Sono convinto – dice – si possano riaprire i teatri. Occorre la volontà, soprattutto politica. Concordo con quel che sostiene il ministro Dario Franceschini: è possibile tutelare la salute e la sicurezza, ripartendo”.

L’Augusteo illuminato

Anche il teatro Augusteo sposa la causa: sotto l’elegante ingresso arrivano Giuseppe e Roberta Caccavale: è illuminata anche la finestra da cui si affaccio Bruce Springsteen nel 1997 per cantare ai fan in delirio “Thunder Road”.

Le luci del palco fanno breccia anche a Galleria Toledo, al Nuovo Teatro Sanità (con coreografie colorate), al Nest, dove i partecipanti si riuniscono nello spazio antistante l’edificio.

Diana, attori e spettatori lasciano una firma

Al Vomero, fuori al teatro Diana, attori e spettatori lasciano una firma e un pensiero su un registro. E nel centro storico batte il cuore del Bellini. Sotto i lampioni si incontrano gli artisti. ” Non ci sembra vero – dice Gaia, scrittrice – poter rientrare nel foyer, anche solo per “sentire” il teatro. E’ un effluvio difficile da descrivere. Sa un po’ di legno, un po’ di polvere, un po’ di ribalta”.

Fonte: La Repubblica

 

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