Cronaca Napoli, Napoli

Vaccino AstraZeneca per sbaglio a 44 persone: al via le prime denunce

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Dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca per sbaglio Napoli partono le prime denunce. Lo scorso 30 maggio, 44 persone sono state vaccinate nell’hub di Capodimonte con AstraZeneca invece che Moderna. E ora c’è chi ha deciso di procedere con azioni legali nei confronti dell’azienda sanitaria. Lo sbaglio sarebbe stato del farmacista incaricato di prendere il flacone.

Covid, a Napoli Vaccino Astrazeneca per sbaglio: partono le denunce

Alcuni vaccinati – come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino – hanno deciso di rivolgersi agli avvocati. Tra le 22 persone convocate ieri dalla commissione dell’Asl partenopea che sta procedendo a verificare quanto accaduto, sono state due le persone che hanno annunciato un prosieguo giudiziario. Ad ogni modo, per molti si è trattato di un errore senza conseguenze, almeno fino ad oggi. L’episodio sembra non aver turbato chi ieri si è recato a Capodimonte, e nemmeno gli altri candidati che hanno partecipato agli Open day Pfizer, in programma a Napoli fino a domenica.

È morta la 18enne ligure ricoverata per una trombosi

Ieri, giovedì 10 giugno, è morta a Genova la diciottenne che era stata ricoverata e operata per una trombosi al seno cavernoso. Lo scorso 25 maggio aveva ricevuto il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca nell’Open Day per gli over 18 a cui avevano partecipato moltissimi giovani. Non sarebbe l’unica reazione avversa registrata in Liguria: anche una giovane donna di 34 anni era stata ricoverata nei giorni scorsi accusando un forte mal di testa dopo aver ricevuto il vaccino AstraZeneca ed era stata “sottoposta a fibrinolisi di alcuni trombi presenti nella parte venosa del circolo epatico con buoni risultati”. In attesa di una decisione da parte degli esperti e del governo centrale, la Regione Liguria ha deciso di sospendere la somministrazione del lotto ABX1506 del vaccino AstraZeneca, di cui facevano parte le dosi ricevute dalle due donne.

Cosa ha detto il ministro Speranza su AstraZeneca

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ieri ha risposto a un’interrogazione parlamentare sul caso AstraZeneca, giovani e Open Day delle Regioni, confermando che il Cts sia al lavoro per un nuovo parere sul vaccino della farmaceutica anglo-svedese e ricordando che lo scorso 7 aprile il ministero della Salute aveva raccomandato in via preferenziale l’uso di questo farmaco sulla fascia di popolazione sopra i 60 anni. “Aifa ha poi ribadito che il profilo beneficio-rischio è più favorevole con l’aumentare dell’età. Queste valutazioni saranno sicuramente considerate nel prossimo parere del Cts. La campagna nel nostro Paese ha superato le 40 milioni di dosi somministrate. I vaccini sono la vera arma che abbiamo contro il virus, tutti i vaccini approvati da Ema e Aifa sono sicuri ed efficaci”, ha aggiunto.

Il parere di virologi e scienziati

Nel frattempo aumentano i virologi e gli scienziati che chiedono al governo di rivedere la strategia vaccinale vietando l’utilizzo di questo vaccino sotto i 30 o i 40 anni, specialmente per quanto riguarda le donne e soprattutto in questa fase dell’epidemia dove i contagi sono crollati e con loro anche il rischio di sviluppare la malattia in forma grave per la popolazione più giovane, già di per sé meno vulnerabile. “Perché i vaccini sopra i 60 anni, AstraZeneca, sono stati distribuiti ai giovani, sapendo che c’era questo rischio quando c’è a disposizione un’alternativa che è Pfizer? Sono sconcertato. Abbiamo discusso a lungo sul problema di AstraZeneca, abbiamo discusso del fatto che andava dato sopra i 60 anni perché, sebbene sicuro ed efficace, c’erano alternative e non valeva la pena correre rischi”, ha commentato Andrea Crisanti, parlando della morte della giovane in Liguria.

Le dosi di vaccini a mRna per i giovani non mancano

Non bisogna solo considerare il quadro epidemiologico in cui la circolazione del virus è bassa e in cui, di conseguenza, sono cambiati i rapporti tra rischi e benefici, specialmente per la fascia più giovane della popolazione, quando si parla di vaccino e coronavirus. Va anche tenuto a mente che la campagna vaccinale ha ormai ingranato e che con le consegne delle ultime settimane e le dosi in arrivo, i vaccini Pfizer BioNTech e Moderna per i giovani non mancheranno. Basti pensare che nei prossimi 20 giorni l’Italia dovrebbe ricevere, secondo quanto stabilito dai contratti stretti da Bruxelles, circa 11 milioni di dosi Pfizer BioNTech, a cui aggiungere altri 1,8 milioni.


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