Cronaca Napoli, Napoli

Faida Scampia, la ferocia dei Di Lauro: “Più persone si uccidevano, più Cosimo era contento”

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Cosimo Di Lauro
Cosimo Di Lauro

Nuove rivelazioni su Cosimo Di Lauro, figlio del capoclan Paolo, e fratello di Ciro, quest’ultimo arrestato nella giornata di ieri, martedì 22 febbraio. “Cosimo non si lamentò affatto della circostanza che fosse stata uccisa in quell’evento una seconda persona perché era il periodo in cui più persone si uccidevano più Cosimo era contento…”.

Arrestato Ciro di Lauro, le rivelazioni sul fratello Cosimo

A parlare della ferocia di Cosimo Di Lauro, figlio del capoclan Paolo Di Lauro, fratello di Ciro e Marco Di Lauro, i tre fratelli che, secondo gli inquirenti, rappresentavano il triumvirato alla guida dell’omonima famiglia camorristica di Secondigliano, è Salvatore Tamburrino, uomo di fiducia di Ciro “o’ chiatto” e anche di Marco Di Lauro, detto “F4”, colui che ha consentito l’arresto di Marco dopo 14 anni di latitanza.

Tamburrino venne arrestato per l’omicidio della moglie Norina Matuozzo il 2 marzo 2019: lo stesso giorno viene arrestato anche Marco Di Lauro. Tamburrino ha iniziato la sua collaborazione con la Giustizia il 22 ottobre dello stesso anno.

Il racconto

Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, risalenti al 21 novembre 2019, sono annesse all’ordinanza notificata ieri dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Castello di Cisterna a Ciro Di Lauro, Giovanni Cortese, Salvatore Petriccione e Ciro Barretta (gli ultimi tre facenti parte del gruppo di fuoco, il primo il mandante), per il duplice omicidio avvenuto a Melito, in provincia di Napoli, il 21 novembre 2004, di Domenico Riccio, considerato il riciclatore, o comunque il cassiere, di Abbinante Raffaele detto “papele“, appartenente alla frangia rivale degli scissionisti, e di Salvatore Gagliardi, anche lui morto in quell’agguato malgrado non fosse tra gli obiettivi della “squadra di morte” dei Di Lauro di istanza proprio a Melito durante la faida di Secondigliano del 2004.

Tamburrino, scrive il gip di Napoli Ambra Cerabona nell’ordinanza con la quale ha disposto le quattro misure cautelari, “…rappresenta l’affiliato di livello superiore dei Di Lauro che ha portato all’attenzione degli inquirenti un patrimonio conoscitivo rilevantissimo in ordine ai periodi della faida del 2004”.

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