All’interno di una baracca nei sotterranei del Centro direzionale di Napoli sono stati rinvenuti diversi animali sezionati e parzialmente arrostiti. Ganimali uccisi – molto probabile che si tratti di piccioni – giacciono appesi a un gancio steso da un capo all’altro del rifugio improvvisato. Un’autentica fiera degli orrori a pochi metri da abitazioni e uffici frequentati ogni giorno da migliaia di persone.
Animali arrostiti nel Centro Direzionale di Napoli
Il fenomeno della nascita di baracche più o meno grandi sul territorio è in incontenibile espansione. I residenti del quartiere non avevano mai assistito ad uno spettacolo tanto agghiacciante. Uno spettacolo che sottolinea, qualora ve ne fosse bisogno, le difficoltà da parte delle istituzioni a tenere testa ad un esercito di disperati consapevole di non aver nulla da perdere e pronto fin anche a cacciare animali in strada pur di sfamarsi.
I piccioni, come membri della fauna selvatica, sono patrimonio indisponibile dello Stato e sono tutelati dalla legge numero 157 dell’11 febbraio 1992. Maltrattarli, catturali o ucciderli profila il reato di maltrattamento di animali, un reato punibile, secondo la legge italiana, con la reclusione da tre a 18 mesi e con una ammenda da 5.000 a 30.000 euro.
La denuncia
“Assistiamo ancora una volta a una triste storia per la nostra città – la denuncia di Andrea Cristiani del Comitato Vasto – e già il fatto che un essere umano viva in questo modo è una sconfitta per la nostra società. Stavolta ad aggravare ulteriormente il problema è la presenza di una macelleria abusiva, dove il senzatetto, non sappiamo bene se uomo o donna e a quale nazionalità appartenga, uccide e arrostisce animali catturati in strada.
Al di là della scena primitiva – continua Cristiani, autore insieme ad Adelaide Dario di numerosissime denunce circa il degrado dell’area di piazza Garibaldi – c’è una seria preoccupazione per la salute di questa persona e per il potenziale rischio igienico-sanitario a cui andiamo tutti incontro dal momento che gli animali, ed è risaputo, sono potenzialmente portatori di malattie per l’uomo.
Abbiamo ereditato una politica troppo permissiva e per le problematiche che si sono incancrenite assistiamo all’inerzia dell’attuale amministrazione, che sembra limitarsi all’ordinario senza voler affrontare seriamente i problemi che i cittadini denunciano e segnalano ogni giorno. Abbandonare persone in questo modo e consentire che vivano in maniera così primitiva non è integrazione – conclude Cristiani – e ci auguriamo che le istituzioni intervengano al più presto per porre fine a questo scempio e per restituire decoro ad un territorio vessato e martoriato da criminalità e inciviltà diffuse”.