Emergono nuovi dettagli sul femminicidio di Rosa Alfieri: ecco cosa ha rivelato la perizia psichiatrica. Secondo quanto emerso Elpidio D’Ambra è sano di mente. L’uomo, 30enne reo confesso dell’omicidio della 23enne Rosa Alfieri, strangolata nell’abitazione dell’uomo, a Grumo Nevano, in provincia di Napoli, nel pomeriggio dello scorso primo febbraio.
Femminicidio Rosa Alfieri, la rivelazione della perizia psichiatrica
Secondo il legale, D’Ambra era incapace di intendere e di volere quando ha assassinato Rosa, al termine di una colluttazione. D’Ambra ha sempre dichiarato di aver agito dopo aver sentito delle voci nel cervello che gli dicevano di uccidere la ragazza. Una versione che sembra contrapporsi con la sua fuga, durata 24 ore, durante la quale l’uomo ha provato a rendersi invisibile disfacendosi del cellulare e dei vestiti.
Le indagini
Le indagini dei carabinieri di Giugliano in Campania, coordinate dalla Procura di Napoli Nord, hanno anche chiarito il ruolo del giovane che si è recato a casa di D’Ambra su sua indicazione. Le attività dei militari dell’Arma escludono al momento un suo coinvolgimento nell’omicidio. Il giovane si recò a casa di D’Ambra con le chiavi dell’appartamento.
Quando aprì l’uscio era presente anche il padre della giovane vittima che così scoprì il corpo esanime della figlia in bagno. Dopo il ritrovamento il giovane fuggì in preda al panico ma fu rintracciato e ascoltato dagli investigatori.
Cosa ha rivelato la perizia
Colpo di scena nella seconda udienza in corte di assise per il delitto di Rosa. La perizia psichiatrica richiesta dall’avvocato difensore ha evidenziato che l’uomo sia sano di mente, circostanza che aggrava la sua posizione.
Nel corso dell’udienza è stato sentito il comandante della caserma dei carabinieri che ha illustrato i luoghi dove è avvenuto il delitto, descrivendo il piccolo appartamento preso in affitto due mesi prima dell’omicidio da Elpidio d’Ambra, appena rientrato dalla Spagna dove era stato arrestato per violenza in famiglia e fusto.
Il processo
Il sottufficiale, preciso e minuzioso nella descrizione, ha descritto le modalità di quando è stato rinvenuto il corpo senza vita della giovane. L’allarme fu lanciato dal padre.
La povera ragazza fu ritrovata dal genitore priva di vita nel piccolo disimpegno del miniappartamento tra il bagno e la stanza da letto, messa a soqquadro nel corso della violenta colluttazione tra la vittima e il suo carnefice. Uno shock per il genitore, che con gesto coprì il seno della figlia con i brandelli della maglietta. Il sottufficiale ha illustrato alla corte le ricerche, il reperimento di un video, ripreso dalle telecamere della stazione, le cui immagini hanno mostrato l’assassino acquistare alcuni gratta e vinci e un biglietto per Napoli.
Il secondo testimone
Il secondo testimone, il capitano Luca Arrigo, ha evidenziato le modalità con le quali fu individuato il killer, che una volta giunto a Napoli con il treno aveva preso un taxi, facendosi fermare dapprima presso un negozio di abbigliamenti per cambiarsi d’abito, per poi farsi condurre nel Rione Traiano dove, secondo la sua confessione, acquistò della droga tagliata male tanto da provocargli un malore. Riconosciuto da due agenti della polizia, che verranno sentiti nella prossima udienza dell’8 novembre, l’assassino fu arrestato e condotto in carcere.