Cronaca

Disse di essere stato rapito in Siria, ma era tutto inventato: arrestato l’imprenditore bresciano Alessandro Sandrini e altri due complici

La verità sul rapimento di Alessandro Sandrini: era una truffa.  I suoi complici, tre in tutto, sono finiti in carcere oggi

Fu inventato il rapimento di Alessandro Sandrini. Il 35enne bresciano, attualmente agli arresti domiciliari con l’accusa di rapina e ricettazione per fatti avvenuti prima del suo viaggio in Turchia nel 2016 – simulò un rapimento di matrice terroristica.

Si trattava però di una truffa, messa in atto con l’aiuto della vittima. I suoi complici, tre in tutto, sono finiti in carcere su richiesta della Procura di Roma. Sandrini dunque non fu rapito al confine con la Siria ma una volta arrivato in Turchia si mise d’accordo con i membri della banda per simulare un sequestro in cambio di denaro.

La truffa del rapimento di Alessandro Sandrini

Come riportato da OpenSandrini fu “venduto” ad un gruppo vicino ad al-Qaeda e trasferito in Siria dove rimase dal 2016 al 2019, quando finalmente venne “liberato”, grazie all’intervento della diplomazia italiana. La ‘vendita’ però sarebbe avvenuta senza il consenso dello stesso Sandrini.

L’accusa

Secondo il capo di imputazione i tre arrestati, gli albanesi Fredi Frrokaj, Olsi Mitraj e l’italiano Alberto Zannini avevano proposto a Sandrini di andare in Turchia al fine di simulare un sequestro di persona ma, una volta arrivato nel Paese, Sandrini sarebbe poi stato privato della propria libertà personale e condotto contro la propria volontà in Siria, per poi essere consegnato a membri del Turkestan Islamic Part, gruppo legato ad al-Qaeda. 

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