Cronaca

Luigi, l’ostetrico che ha fatto nascere più di 5 mila bambini: “Ho fatto nascere i miei figli”

Il dottor Codognotto: "Mai discriminato dalle colleghe e aiuto i papà a superare la tensione parlando con loro di calcio"

Luigi, l’ostetrico che ha fatto nascere più di 5 mila bambini: “Di sicuro oltre 5 mila, ma mi sa che non manca molto per arrivare ai 6 mila“. Più che il numero esatto, però, gli importa l’aver aiutato personalmente a venire al mondo i suoi due figli.

Padova, la storia di Luigi che ha fatto nascere 5 mila bambini

Come riporta “Il Corriere della Sera”, il dottor Luigi Codognotto di Padova, è uno dei pochissimi ostetrici maschi, in tutta Italia sono circa 300 a fronte di oltre 20 mila colleghe donne, ma il trovarsi in minoranza non lo mette a disagio.

Il primo parto

Il primo parto non potrà dimenticarlo: “Era proprio il 27 giugno, spiega Codognotto, e dopo un periodo di affiancamento in Ostetricia era arrivato il mio turno. Quel giorno c’erano quattro partorienti in attesa, ma il destino ha voluto che la prima fosse la mia ex moglie Antonella: alle 16.15 è nata mia figlia Eleonora, un’emozione che ricorderò per tutta la vita. In realtà non ho avuto molto tempo per gioire, perché mi sono subito concentrato sulle altre tre gestanti”.

Sei anni dopo il figlio Tommaso: “Non è che mi sia goduto molto neanche quello: sapevamo prima della nascita che aveva un problema cardiaco per cui doveva essere operato, quindi appena è venuto alla luce l’ho portato via per le prime visite. È successo tutto in fretta, ma assieme a quello di Eleonora rimane ovviamente il parto più bello della mia carriera”.

Specializzato in parti con “distocia di spalla”

Un viaggio lungo trent’anni e migliaia di nascite, che lo ha visto specializzarsi nei parti con “distocia di spalla”, ovvero quando esce la testa ma il resto del corpo rimane incastrato: “In quei casi bisogna essere professionali, compiere le manovre giuste e agire in fretta per salvare il bimbo.

Ricorderò finché campo il caso di un neonato di 4,6 chili: ci ho messo quattro minuti e mezzo per sbloccarlo, un’eternità. Dopo poco tempo, a un matrimonio, ho nuovamente incontrato per caso i suoi genitori: me l’hanno dato in braccio dicendomi “questo è tuo”. Siamo scoppiati a ridere per non commuoverci, ma sono queste le soddisfazioni più grandi che un ostetrico possa desiderare”.

L’appello agli altri uomini

L’appello: “Il mio auspicio è che molti altri uomini decidano di intraprendere questa carriera: in trent’anni non sono mai stato discriminato, né dalle colleghe né tanto meno dalle partorienti senza contare i mariti, che forse sono i più contenti di tutti perché li distraggo parlando di calcio. Mio figlio? Spero che segua le mie orme, ma mi sa che è ancora troppo giovane per pensarci…”.

Fonte: Il Corriere della Sera

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