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Durigon, dimissioni o sfiducia dopo il caso del parco Falcone e Borsellino di Latina

La scorsa settimana, l'esponente del Carroccio aveva richiesto di modificare il nome del parco Falcone e Borsellino in parco Mussolini, come era originariamente

Claudio Durigon, esponente di spicco della Lega, è ancora al centro delle polemiche, a causa delle dichiarazioni delle scorse settimane. Secondo il sottosegretario all’Economia, il parco Falcone e Borsellino di Latina dovrebbe ritornare ad essere intitolato ad Arnaldo Mussolini, fratello del duce. L’incredibile autogol ha causato notevole imbarazzo all’interno del governo Draghi, di unità nazionale, al punto che il polo di Centrosinistra, compreso il M5S, è pronto a sfiduciare l’esponente del Carroccio.


claudio durigon

Durigon ed il cambio di denominazione del parco Falcone e Borsellino

Certo, spesso l’italiano medio associa gli esponenti della Lega ai nostalgici dell’era fascista. Come dargli torto, se le dichiarazioni sono di questo tenore? La Costituzione vieta e ripugna esplicitamente il fascismo, in quanto periodo buio della nostra storia. Eppure, questo non sembra preoccupare il leader del Carroccio, che a Zona bianca ha dichiarato di non avere alcuna nostalgia del passato. “La sinistra chiede le dimissioni di chiunque un giorno sì e un giorno no – ha aggiunto Matteo Salvini. “Fascismo e comunismo sono stati sconfitti dalla storia. Chi è di Latina sa di che vicenda si tratta. Il parco era intitolato ad Arnaldo Mussolini, non a Benito. La sinistra poi gli ha cambiato il nome. Durigon aveva chiesto al sindaco di occuparsi di immondizia e non di cambiare i nomi ai parchi. La Lega ha i piedi piantati nel presente e nel futuro”, ha rassicurato Salvini.

Dimissioni o sfiducia in vista per Durigon

Prosegue l’agitazione all’interno del governo Draghi, in seguito alla particolare richiesta di Durigon. Se non altro, Falcone e Borsellino rappresentano un volto dell’Italia pulita, un baluardo di legalità. Non è poi così scontato essere dalla parte dei rappresentanti della legalità, soprattutto in un momento buio come questo. Voler spazzare i loro sacrifici, per assecondare un indiretto simbolo dell’epoca fascista non sembra davvero in linea con le priorità di un governo di unità nazionale.

Ecco perché M5S, Pd e Sinistra italiana sono sul piede di guerra e richiedono a gran voce un dietrofront dell’esponente del Carroccio. Cresce la tensione intorno al sottosegretario dall’Economia, Claudio Durigon, poiché la maggioranza parlamentare sarebbe anche disposta a presentare una mozione di sfiducia, nel caso in cui non dovessero pervenire le dimissioni dell’esponente della Lega.

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