Cronaca

Ema frena sulla terza dose, “presto per dire se serve”

Commissione Ue: "Se Stati somministrano terzo vaccino se ne assumono la totale responsabilità"

“In questa fase non è stato ancora determinato quando potrebbe essere necessaria una dose di richiamo per i vaccini Covid e per quali fasce di popolazione”, ma l’Ue sta già lavorando con Stati membri e produttori per accelerare le procedure in caso di bisogno. Lo chiarisce l’Agenzia europea del farmaco (Ema) sulla “terza dose” del vaccino anti-Covid.

Terza dose vaccino, Ema: “Ancora presto per dire se servirà”

Ema “sta esaminando i dati emergenti per formulare raccomandazioni agli Stati membri”, ma “l’Ema e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) stanno già lavorando con i gruppi tecnici nazionali sull’immunizzazione e con gli sviluppatori di vaccini per garantire che le misure normative per consentire la possibilità di utilizzare una dose di richiamo possano essere intraprese il prima possibile, se si rivelasse necessario”.

La Francia ha annunciato oggi che avvierà dal 12 settembre l’immunizzazione con la terza dose nelle case di cura per anziani. Tuttavia, spiega la Commissione Ue, quei Paesi che decidessero di ricorrere al “booster”, la terza dose, potrebbero affrontare rischi legali, proprio perché non ancora raccomandato dall’Ema. La responsabilità è quindi totalmente in campo agli Stati membri, spiega l’esecutivo di Bruxelles.

L’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, sottolinea che Austria, Belgio, Francia, Ungheria, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo e Slovenia raccomandano l’uso della terza dose, con la Germania che prevede di avviare le immunizzazioni in autunno. Tredici altri Stati europei stanno discutendo la questione.


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