Cronaca

Pregliasco sulla terza dose ai fragili: “Destino segnato, ma non è detto che debbano farla tutti”

"È però possibile che sia sufficiente questa strategia vaccinale simil influenzale, quindi non una vaccinazione universale ma legata ai soggetti più fragili"

Il virologo Fabrizio Pregliasco ha parlato della terza dose ai soggetti fragili e immunodepressi a Fanpage.it. “È un destino segnato, nel senso che plurimi studi hanno evidenziato come una certa quota di perdita percentuale, anche se non l’azzeramento della protezione, c’è dopo sei mesi. Quindi era in qualche modo qualcosa che appariva già essere necessaria“.

Terza dose: Pregliasco “Dipenderà sempre dall’andamento epidemiologico”

Ben venga questa decisione – ha continuato Pregliasco – per poter mantenere, alla luce di questo andamento epidemiologico che ci preoccupa ancora un pò rispetto a un possibile colpo di coda dei contagi, una protezione in primis dei soggetti più fragili“. Tuttavia, secondo l’esperto, non è detto che in futuro la dose booster debba essere somministrata anche al resto della popolazione.

Dipenderà sempre dall’andamento epidemiologico – ha spiegato – perché è chiaro che dopo sei mesi e un giorno non c’è un azzeramento della protezione, certamente un calo, e quindi bisogna vedere se basta la copertura residua oppure no sulla base di come andrà questo inverno. Per gli operatori sanitari si parla già di un richiamo a gennaio/febbraio. È possibile che sia sufficiente questa strategia vaccinale simil influenzale, quindi non una vaccinazione universale ma legata ai soggetti più fragili. In questo primo giro è necessario vaccinare tutti, ma è probabile che in una fase successiva basterà questo“.

Via dell’Aifa alla terza dose

La decisione di Aifa si basa su dati plurimi, che arrivano anche da Israele, dove la dose booster è già una realtà. “I dati ci sono – ha concluso Pregliascosi stanno andando consolidando perché un po’ di studi le aziende le avevano già immaginati, però come sempre ci vuole una certa tempistica. Col Covid bisogna fare le cose non in fretta ma con grande flessibilità. La scelta di Ema di demandare agli Stat europei la decisione sulla terza dose è stata secondo me una strategia pragmatica, non è una nota negativa“.


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