Cronaca

Silenzio e preghiera ma anche Facebook, i nuovi eremiti: domani il primo raduno

Domani ad Isernia il raduno dei nuovi eremiti: al silenzio ed alla preghiera accompagnano beneficenza e connessione col mondo

Tutto pronto per il raduno dei nuovi eremiti. Pregano nel silenzio, vivono spesso con i prodotti dei loro orti, e abitano in luoghi sperduti dove manca ogni comodità. Ma non manca mai invece il contatto con il mondo che oggi vuol dire anche essere ‘online’.

Domani il raduno dei nuovi eremiti

Padre Frederic ha una sua pagina Facebook dove rilancia meditazioni sul Vangelo, padre Ernesto invece, parroco per vent’anni prima di abbracciare la vita da eremita, lascia il numero del cellulare attaccato al cancello quando si assenta dal suo eremo in Aspromonte. Hanno rapporti costanti con le popolazioni locali ma anche con chiunque si rechi da loro con il desiderio di condividere una preghiera, una confessione, semplicemente due chiacchiere o una buona torta. Alla meditazione alternano altre attività; alcuni scrivono libri, altri invece dipingono icone sacre.

 Sono gli eremiti dei nostri giorni, circa duecento persone in Italia, e tra loro anche molte donne, che hanno chiesto alla Chiesa di vivere la loro vocazione in solitudine. Da domani 16 settembre si riuniranno nel primo raduno nazionale, evento mai realizzato in Italia. A promuovere l’incontro, che si terrà da domani e fino al 19 settembre al Santuario di Castelpetroso (Isernia), è l’arcivescovo di Campobasso-Bojano, monsignor Giancarlo Bregantini.

Chi sono i nuovi eremiti italiani

“Fanno un bene immenso, sono amici della terra e della povera gente”, dice monsignor Bregantini sottolineando che si tratterà del “primo evento dal sapore sinodale” e si concluderà con un loro messaggio ed è importante che “la Chiesa italiana li incoraggi, li rispetti e li veneri in quanto sono i veri custodi del creato”. L’immaginario spesso li dipinge come ‘lupi’ solitari. “La fuga dal mondo è fuga dalla mondanità, non dai dolori e dalle gioie dell’uomo, e quest’eremo è come la cassa di risonanza di una chitarra, qui i dolori del mondo si amplificano”, dice padre Frederic Vermorel, il frate francese che ha scelto come ‘approdo’ Sant’Ilarione a Caulonia (Reggio Calabria). Un lupo vero invece fa ‘compagnia’ a suor Margherita, l’eremita diocesana che vive in Molise e che ha organizzato l’evento.

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