Cronaca

Trattativa Stato-mafia: assolti Dell’Utri, Mori, De Donno e Subranni. Condannato il boss Bagarella

Trattativa Stato-mafia: assolti Dell'Utri, Mori, De Donno e Subranni. Dichiarate prescritte le accuse al pentito Giovanni Brusca

Arrivano le assoluzioni nell’inchiesta della trattativa Stato-Mafia. La corte d’assise d’appello di Palermo ha assolto nel processo gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno e il senatore Marcello Dell’Utri, accusati di minaccia a Corpo politico dello Stato. In primo grado erano stati tutti condannati a pene severissime. Dichiarate prescritte le accuse al pentito Giovanni Brusca. Pena ridotta al boss Leoluca Bagarella. Confermata la condanna del capomafia Nino Cinà.

Cos’è la trattativa Stato-mafia

La trattativa Stato-mafia fu una negoziazione tra importanti funzionari dello Stato italiano e rappresentanti di Cosa nostra finalizzata a fare cessare la “stagione stragista” in cambio di un’attenuazione delle misure detentive previste dall’articolo 41 bis. Il pool di Palermo guidato da Giovanni Falcone aveva condannato ad anni di carcere duro (isolamento, sorveglianza del detenuto e contatti limitati con l’esterno) centinaia di mafiosi, proprio in funzione del 41 bis.

La trattativa avrebbe avuto due fasi distinte, prima e dopo le stragi che hanno ucciso Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La prima, dal 1985 al 1992, durante le indagini del pool antimafia e il maxi processo e la seconda, negli anni ’93-’94 con l’insediamento del Governo Ciampi, quando vennero confermati Giovanni Conso alla Giustizia e Nicola Mancino allʼInterno. È allora che venne revocata la legge 41 bis che prevede il “carcere duro” per la criminalità organizzata.

L’inchiesta

Le ipotesi di reato di minaccia e violenza al corpo politico dello Stato permisero di iscrivere nel registro degli indagati i boss Totò Riina e Nino Cinà. L’inchiesta, iniziata negli anni ’90, subì due archiviazioni. Ma venne riaperta nel 2008, grazie alle rivelazioni di Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino.

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