Cronaca

Cos’è l’ordine di Hagal, uno dei gruppo neonazisti al centro dell’inchiesta della Procura di Napoli

Le prese di posizione “no vax” presenti sul sito internet dell’Ordine di Hagal, venivano utilizzate come “richiamo” per avvicinare proseliti alla causa nazista e negazionista

L’ordine di Hagal è uno dei gruppi sovversivi neonazisti al centro dell’inchiesta della Procura di Napoli che ha portato a perquisizioni in tutta Italia. Si tratta di una libera associazione ispirata ai valori fondamentali ed eterni della Legge della Natura. Ecco cos’è l’ordine di Hagal.

Cos’è l’ordine di Hagal: dalla Legge della Natura alla lotta contro i vaccini e 5G

L’associazione dell’ordine di Hagal si basa su “principi di uguaglianza dei diritti umani dei popoli e dei ceti sociali, sui princìpi del diritto all’esistenza dignitosa sulla terraferma della rispettiva patria dei popoli nazionali, sul diritto di ricerca e creazione della Pace, su solide basi di Giustizia Sociale e di Amore profondo per la Natura e per gli esseri viventi più indifesi, nel contesto saldo delle diversità umane e naturali, intesi come patrimoni da non perdere, è costituita con durata illimitata nel tempo ed è regolata dal presente Statuto e a norma delle vigenti leggi italiane del cod. civile.”

Sul sito dell’ordine di Hagal si possono trovare articoli contro il “nuovo ordine mondiale”, la “grande farsa del Covid” e contro il 5G”.  “Non è un vaccino! È una terapia genica sperimentale. Vaccinarsi significa accettare una modifica del proprio DNA irreversibile e perpetua” si intitola un articolo sul sito.

L’indagine

Le prese di posizione “no vax” presenti sul sito internet dell’Ordine di Hagal, venivano utilizzate come “richiamo” per avvicinare proseliti alla causa nazista e negazionista. È uno degli elementi che emergono dall’inchiesta sull’associazione neonazista. Le persone ritenute dagli inquirenti a capo del gruppo sono Maurizio Ammendola e Michele Rinaldi, rispettivamente di 40 e 46 anni, presidente e vice presidente dell’Ordine di Hagal ai quali viene contestato anche il possesso di armi. Complessivamente sono circa una quindicina gli indagati.

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