Una notte spiacevole e in bianco per una coppia di Domodossola. Nella serata di ieri, durante la fiction “Rosy Abate”, si vedeva nitidamente un numero di cellulare su un foglio di carta. Distrazione del regista, distrazione dell’attrezzista, distrazione del montatore… problemi seri per il reale intestatario dell’utenza.
Nell’Italia dell’analfabetismo funzionale, la coppia non ha ricevuto esclusivamente telefonate goliardiche. Tutt’altro. Persone hanno composto il numero con la chiara intenzione di contattare Rosy Abate, di minacciarla. Molte altre persone hanno genericamente telefonato per sapere se si trattasse di mafiosi. Qualcuno ha minacciato di morte la donna che rispondeva al telefono. Qualche altra persona ha telefonato perchè, consapevole che non avrebbe trovato Rosy Abate, sperava almeno di poter ottenere un ingaggio nel mondo della televisione.
La storia della fiction è semplice: una donna fugge dalla Sicilia e tronca così i suoi rapporti con la mafia.
La storia della coppia reale è lontanamente simile: l’uomo è siciliano e dalla Sicilia si è allontanato, sì, ma per lavoro e nè lui nè la consorte hanno mai avuto a che fare con la malavita.
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