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Battipaglia, istituito il registro delle aree colpite da abbandono e rogo di rifiuti

BATTIPAGLIA. La commissione straordinaria ha recepito i dettami dell’articolo 3 comma 1 della legge regionale numero 20 del 9 dicembre 2013. Al momento, sono sei le zone individuate dalla commissione straordinaria ed inserite nell’elenco, ma si attende la consegna di altri dati da parte di organismi amministrativi e deputati al controllo.

La prima è quella di via Etruria, il cui proprietario è Giovanni Avallone, per una estensione di 4.456 metri quadrati. Si tratta dell’area che è stata oggetto di incendi per due volte negli ultimi dieci anni e che nelle prossime settimane dovrebbe essere bonificata. È un ex deposito di pneumatici, al cui interno delle recenti indagini hanno rinvenuto presenze di amianto.

Al secondo posto, per estensione, c’è l’area di 4.200 metri quadrati appartenente alla Cem spa, pure oggetto di incendio pochi mesi fa.

Di seguito, due aree appartenenti agli eredi Caputo di Ferrarise tra via don Luigi Sturzo e la strada statale 19, una di 1.480 ed una di 372 metri quadrati. Le ultime due aree individuate dal Comune di Battipaglia, per estensione, sono in via Lettonia. La prima, di 5.117 metri quadrati appartiene a Pamela D’Elia, la seconda (di estensione non specificata), appartiene al Comune di Battipaglia ed è sostanzialmente l’intersezione tra via Lettonia ed il torrente Vallemonio.

Tale registro sarà aggiornato con cadenza semestrale entro il 30 giugno ed il 31 dicembre di ogni anno. L’elenco è stato realizzato da una ricerca d’ufficio, sulla base dei provvedimenti emessi negli ultimi cinque anni. Si è stilato una graduatoria delle aree interessate da roghi di rifiuti, da integrarsi mediante segnalazioni di organismi amministrativi e deputati al controllo, nonché da singoli cittadini ed associazioni.

Il Comune di Battipaglia, come più volte specificato dalla commissione straordinaria, si pone tra i propri obiettivi anche e soprattutto quello di assicurare una maggiore tutela della salute dei residenti e del patrimonio ambientale e paesaggistico.

Importante evidenziare che, in base alla suddetta legge, le aree urbane, rurali e agricole, pubbliche e private, comprese nel registro, non sono destinate ad attività produttiva, edilizia, turistica, agricola, commerciale fino a quando non è dimostrata, con idonee attestazioni analitiche rilasciate da laboratori accreditati, l’assenza di fattori di pericolo per la salute e l’ambiente.

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