Dopo il premio Aliquò, ricevuto lo scorso anno a Reggio Calabria, è sulle orme di Emily Dickinson che Giovanni Moscatiello riceve il suo secondo riconoscimento internazionale per l’antologia di poesie “Per altri versi” (edizioni Guida).Più volte sindaco di Baronissi ed ex segretario generale della Provincia di Salerno, nella sua raccolta – presentata anche nella tradizionale rassegna estiva di Castellabate ed interpretata dal regista salernitano Pasquale De Cristofaro – Giovanni Moscatiello si riscopre narratore di un altro sé e si racconta al pubblico che l’ha visto sempre sotto la lente d’ingrandimento della politica come uomo, padre, esploratore dell’anima.
E proprio questa sua introspettiva inedita e mai artefatta gli è valso il premio letterario internazionale Emily Dickinson, promosso dall’omonima Associazione Culturale napoletana, che gli verrà consegnato a gennaio prossimo nella sala consiliare “Silvia Ruotolo” della V^ Municipalità Vomero – Arenella.
La giuria – costituita da Carmela Politi Cenere, Luisa Gregory, Carmine Monti e Ruggiero Cenere – ha voluto premiare Moscatiello per l’intera antologia poetica.
Vent’anni di viaggio nei dintorni del cuore, fra ettari di emozioni e spicchi di tormenti raccolti con la prefazione di Francesco D’Espiscopo, fra i maggiori studiosi di Alfonso Gatto.
Versi lasciati come impronte del proprio tempo. Anni fa aveva esordito con la raccolta di versi “Il tempo delle cicale”, presentata da Luigi Compagnone.. «In questo libro – scrive Francesco D’Episcopo nella chiusa della prefazione – c’è molto di buono: il rifiuto di tutto ciò che appare e non è; il senso di una cultura, che torni a respirare la vita, come nei nostri migliori incontri, ma anche scontri con chi la concepisce diversamente; la voglia di una essenzialità, che solo la poesia sa modulare, non gridando la vita ma sussurrandola come un intimo respiro. Il tutto nel ritmo naturale delle cose, del mare che va e viene, tra alte e basse maree, tra spiagge e scogli, anfratti di assoluto e di relativo. Oltre le Colonne d’Ercole, c’è l’Oceano, dove ogni Ulisse mediterraneo rischia di naufragare».