SAN GREGORIO MAGNO. A distanza di qualche anno, San Gregorio Magno si interroga nuovamente sulle possibilità di sviluppo delle aree interne, di quei comprensori che, con i nuovi obiettivi strategici della PAC2014-2020 potrebbero affrancarsi dal ruolo di cenerentola del territorio.
Con l’intento di azioni sociali volte a favorire lo sviluppo occupazionale, valorizzando la professionalità dei giovani, catalizzando il loro dinamismo ed entusiasmo, Francesco Lordi, presidente dell’Associazione Cambia itneM di San Gregorio Magno, con i patrocinii di Coldiretti, Regione Campania, Comune di San Gregorio Magno, ha voluto organizzare un convegno sul tema “Lo sviluppo dell’agricoltura ed il ruolo della nuova PAC per la valorizzazione e la crescita delle aree interne”.
L’incontro, con grosso successo di pubblico, si è tenuto, lunedì u.s., nei saloni del Ristorante La Rosa dei Venti con la moderazione di Despina Diakanthos che, dopo i saluti iniziali ha avuto il suo prosieguo con ventaglio di interventi interessanti. Gerardo Malpede, sindaco di San Gregorio Magno, ha colto l’occasione per plaudire l’iniziativa ma sottolineando la carenza di infrastruttura del territorio che frenano gli investimenti e favoriscono l’emorragia di giovani verso lidi impiegazionali più certi e redditizi.
La dottoressa Soccorsa Comes, direttore tecnico dell’Azienda pugliese Future Green, ha illustrato per gli imprenditori locali la possibilità di aggregare piccoli appezzamenti terrieri per implantare la coltivazione della Paulownia, pianta con 3 caratteristiche fondamentali: crescita veloce – legno, sia per uso igneo dato l’alto potere calorifico, che per manufatti, grazie alla sua caratteristica tecnica di leggerezza e robustezza. Tale pianta, proveniente dell’Asia, grazie alle foglie con circa 80 cm/q, ha un’elevata capacità di assorbire l’anidrite carbonica con emissione elevata di ossigeno, a cui si aggiungono le qualità di necessitare di poca acqua e avere radici profonde che rendono la pianta idonea nella riqualificazione delle aree soggette a dissesto idrogeologico. Dopo l’intervento di Giuseppe Gorga, dirigente della Regione Campania Serv. Territoriali Prov. di Salerno per le politiche agricole, che ha reso manifesta la disponibilità del suo ufficio ad essere vicino a quanti intendono approfittare delle risorse della PAC214-2020, ha preso la parola Vittorio Sangiorgio, Presidente Coldiretti Salerno, che ha sottolineato ulteriormente questa opportunità economica in un periodo così delicato e le occasioni offerte dall’Expo 2015 quale vetrina promozionale per i prodotti d’eccellenza.
«Stasera abbiamo toccato 3 punti essenziali – commenta il professor Giovanni Quaranta, docente in Economia delle risorse naturali, UNIBAS – che ci fanno riflettere sul destino delle aree interne della regione. Nella vecchia programmazione si è fatto un po’; nella fase finale si è fatto un po’ in più, nella nuova si poteva fare di più. Il tutto è abbastanza complicato: c’è un’attenzione per le aree interne ma non è quella che le aree interne si aspettano e si meritano; è un’attenzione che va sicuramente rafforzata. Sottolineo che qui le infrastrutture sono una carenza ma sono le moderne infrastrutture, come il ‘digital divide’, legate alla connessione che sono carenti».
Le conclusioni dell’incontro sono state affidate alla senatrice Angelica Saggese, membro della Commissione Agricoltura e prod. Agroalimentare, che ha così riassunto: «Ci ritroviamo di nuovo qui a parlare di agricoltura, in questo territorio. Questo a dimostrazione del fatto che, penso e continuo ad insistere, l’agricoltura per le aree montane e rurali, debba svolgere un ruolo determinante da qui ai prossimi mesi. Siamo ora con la coincidenza della nuova PAC che prevede specifici aiuti, con una sezione specifica dedicata alle aree interne. Stasera è un momento di riflessione per comprendere le possibilità che questa nuova programmazione da’ ai nostri agricoltori. Gli interventi da fare sono tanti, uno per tutti, l’incremento degli aiuti ai giovani, la volontà di sostenere l’insediamento dei giovani nell’agricoltura. Rimane un elemento che è caratteristico delle nostre zone e che è riferito, per esempio, alla frammentazioni della proprietà terriera; questo crea un limite, ovviamente, nello svolgimento di una agricoltura intensiva ma è un elemento su cui dobbiamo lavorare».