SCAFATI. Questa mattina nuovo controllo dei militari all’interno del cantiere del polo scolastico a Scafati.
Si tratta dell’ennesimo controllo volto a verificare la legittimità dei lavori e della società responsabile, la Tyche.
Il polo scolastico
Il progetto del polo scolastico di via Opberdan prevede la costruzione di un asilo nido, una scuola materna, una scuola media e nuovo palazzetto dello sport. La società Tyche si è aggiudicata i lavori per un ammontare di 6,6 milioni di euro circa, ma è entrata in contrasto con l’amministrazione che le contesta lungaggini e rallentamenti.
Amministrazione vs. Tytche
La giunta guidata da Pasquale Aliberti ha infatti deciso di intraprendere una battaglia legale contro la società di costruzioni, dopo aver deciso di scindere il contratto, lo scorso 30 aprile. Per l’amministrazione scafatese la società sarebbe inadempiente: il termine per presentare il rendiconto dei lavori svolti è previsto per il prossimo 31 dicembre mentre il cantiere doveva essere concluso entro il 23 novembre, ma pare che i lavori siano praticamente fermi e mai cominciati.
Cosa c’è sotto?
I motivi dei ritardi sono presto spiegati: accingendosi ai lavori la Tyche ha scoperto sul terreno una enorme discarica di materiali di risulta, circa 60 tonnellate di scarti, provenienti molto probabilmente dalla demolizione della struttura dell’azienda conserviera che si ergeva su quel terreno e che decenni fa è stata chiusa ed abbattuta.
La bonifica del terreno, necessaria all’avvio dei lavori, costerebbe circa 1,2 milioni di euro. La Tyche ha cominciato chiedendo (inutilmente) all’amministrazione i primi 700 mila euro, che ovviamente non erano calcolati nel costo dell’opera e quindi non rientrano nell’ammontare del finanziamento Più Europa, da cui provengono i fondi per la costruzione del polo. Non avendo ottenuto risposta, la società edile ha chiesto la rescissione del contratto. Da qui si è aperto il contenzioso fra Tiche e amministrazione.
Come andrà a finire?
Il rischio per la città è quello di perdere i finanziamenti europei nel caso (molto probabile) in cui i lavori non vengano terminati entro le date previste dal progetto. A quel punto il polo scolastico rimarrà un bel sogno e la discarica qualcosa di cui dimenticarsi.