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Lacedonia, gli ultimi istanti di Ayoub (e quelle verità nascoste)

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LACEDONIA. La dinamica del suicidio è chiara, per questo motivo è stato disposto che non sarà sottoposta ad autopsia il corpo del giovane di Casablanca, Ayoub Namiri. Intanto i particolari si susseguono e tingono la vicende, se possibile, di nuovo e maggiore sconcerto e dolore.

 

Ayoub Namiri, giovane brillante e quell’attimo di violenza

 

Stando a quanto riporta il quotidiano online L’Occhio di Salerno, il ragazzo che ieri si è suicidato all’Università di Salerno avrebbe preso a calci la fidanzatina. Le coinquiline della ragazza avrebbero riferito che non sia stata la prima volta. Riporta il quotidiano che queste avrebbero raccontato: “Non era la prima volta che la picchiava. Per questo le avevano consigliato di accompagnarlo in un percorso terapeutico”. Altre dichiarazioni nell’articolo: “Si suicida all’Università, calci in faccia alla fidanzata“.

La famiglia di Ayoud smentisce queste che definisce falsità e dicerie: mai altri litigi erano avvenuti nella coppia. L’unico episodio di fragilità del ragazzo di Lacedonia è stato quello che lo ha portato a togliersi la vita.

 

“Amore” violento?

 

La sua fidanzata, di Atena Lucana, è una studentessa fuori sede. Il litigio, pochi attimi prima del suicidio del giovane, l’ha portata in ospedale da cui era uscita con una prognosi di dieci giorni e il volto sfigurato da lividi, con gli occhi ammarrati e il setto nasale deviato. Erano circa le 13.30 quando arriva l’ambulanza per portarla nel nosocomio più vicino: a quel punto, Ayoub si decide per l’estremo gesto.

 

Suicidio all’università, la storia dello studente di Lacedonia

 

Ayoub Namiri era del 1996. Nato a Casablanca, viveva da 15 anni a Lacedonia con la famiglia. Le cronache lo descrivono come bello, slanciato e con una passione per la musica che lo aveva portato in una web radio locale.
Intelligente e molto impegnato nel sociale, era mediatore culturale in una casa famiglia e un centro Sprar del suo Comune.

 

Il gesto, l’impossibilità di salvarlo

 

Proprio in seguito a quello che pare sia stato l’unico efferato exploit di violenza, Ayoub ha deciso di lanciarsi dal parcheggio multipiano dell’Unisa. Un volo di 30 metri e trenta minuti in cui sono state attivate tutte le possibili manovre di primo soccorso per salvare la vita del 21enne: niente è bastato. Neanche l’arrivo dell’elisoccorso.

 

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