La frode fiscale compiuta aveva consentito l’accumulo di un cospicuo “tesoretto”, ma la rilevante sproporzione dei redditi dell’imprenditore e del suo nucleo familiare non è sfuggita ai segugi del fisco, che non si sono fatti irretire da astuti tentativi di fittizia intestazione dei beni immobili ora confiscati dalla guardia di finanza su ordine della magistratura salernitana, in pieno accoglimento della proposta avanzata dal pubblico ministero presso il Tribunale di Lagonegro. La misura di prevenzione di carattere patrimoniale eseguita è stata resa possibile solo grazie ad un duro e incessante lavoro sinergico della magistratura e della fiamme gialle, conseguito a una vera e propria “battaglia” processuale che ha visto condannare i due coniugi responsabili del progetto criminoso scoperto dalla Guardia di Finanza. Proseguono le indagini per far venire alla luce altri casi di soggetti che, evaso il fisco, vivono di proventi delittuosi conducendo una vita opulenta e ostentata, comunque inaccettabile, ma soprattutto assolutamente intollerabile per gli imprenditori e per i cittadini onesti in questo difficile momento di congiuntura economica del Paese.
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