RICIGLIANO. Carezze troppo intime alla cuginetta: condannato a 3 anni e 4 mesi. La sentenza è arrivata ieri pomeriggio dai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Salerno. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a sei anni di reclusione. La madre della vittima e quella dell’imputato sono sorelle ma fin dalla nascita non si erano mai conosciute, solo qualche anno fa si erano abbracciate. Una abita a Napoli e l’altra a Ricigliano. Una storia che sembrava avere un lieto fine ma non è stato realmente così.
Scenario delle presunte molestie sessuali, limitate a dei palpeggiamenti, l’abitazione di Ricigliano, nel Cilento dove l’allora bimba di dieci anni (oggi ne ha 16) risiede con i genitori. A vestire i pani dell’orco secondo l’accusa sarebbe un cugino ventenne, figlio di una sorella della madre della vittima. Le due donne si erano ritrovatesi in età adulta a frequentarsi spesso per recuperare il tempo perduto.
Come racconta il portale CronacheDiSalerno, anche il cugino spesso si recava nel Cilento per trascorrere un po’ di tempo con i parenti e dar loro qualche aiuto, considerate le condizioni economiche in cui vivevano. Ed è stata proprio durante una di queste visite che sarebbero avvenute le molestie. Dalle parole della minore, sembra che il cugino tutte le domeniche restava a pranzo e di nascosto, nonostante il diniego della ragazzina, le toccava le gambe e le parti intime. Carezze che sarebbero state fatte anche mentre i due giocavano o erano seduti sul divano del soggiorno. Sempre secondo il racconto della piccola pare che le carezze avvenissero sempre dopo che il cugino avesse chiesto il permesso di toccarla e dopo il rifiuto della stessa.
Il ventenne non contento del rifiuto avrebbe continuato, così la giovane avrebbe tirato uno schiaffo al 20enne per fermarlo.A denunciare l’intera vicenda non è stato nessun componente della famiglia della bimba ma la psicologa che teneva in cura il fratello. Sembra che il ragazzo abbia parlato di tali presunte carezze con il medico e che lo stesso abbia poi denunciato la cosa alla magistratura. Fu il sostituto procuratore Roberto Penna ad aprire il fascicolo. Nel corso del dibattimento la parte civile non sempre è stata presente in aula.
Ieri per la famiglia della vittima c’era solo il legale. Il legale dell’imputato Giovanna Limpido ha già preannunciato ricorso in appello.