Cronaca

Morte di Paolo Calissano, l’ex fidanzata: “Non si è suicidato, voleva riscattarsi”

"Paolo non si è suicidato". Ne è convinta Fabiola Palese, la ex fidanzata di Calissano, che lo ha trovato senza vita

“Paolo non si è suicidato”. Ne è convinta Fabiola Palese, la ex fidanzata di Calissano, che lo ha trovato senza vita, nell’appartamento in cui viveva a Monte Mario, a Roma.

Morte di Paolo Calissano, parla l’ex fidanzata

“Non era da lui – spiega -. Credo che non abbia retto a tutti i farmaci che prendeva per via della sua depressione. Aspettava un’altra chance”. E aggiunge: “Il mondo dello spettacolo gli aveva voltato le spalle, ma lui voleva una chance di riscatto che nessuno gli ha concesso”.

I farmaci intorno al corpo

Quando è entrata nell’appartamento del fidanzato, attorno al corpo c’erano i farmaci che prendeva per curare la depressione. Il telefonino era su un divano: l’ultimo accesso su WhatsApp era della sera prima, alle 20:18. E nell’intervista al “Messaggero” spiega: “La serratura non aveva le mandate inserite”. Ma Fabiola non crede che qualcuno fosse con lui quando è morto (la Procura indaga per morte in conseguenza di altro reato). “Mi sembra difficile – spiega -, in quella casa entravamo praticamente solo io e il domestico, ma lo verificheranno le indagini. Lui ormai non usciva quasi più, si era lasciato andare e forze era tornato a prendersi le benzodiazepine in dosi massicce per dormire. A ottobre si era fatto ricoverare in una clinica per risolvere il problema del sonno, gli avevano dato un’altra cura ma non aveva sortito gli effetti sperati. Forse quindi era ricaduto in quella dipendenza”. 

L’ipotesi del suicidio

Sull’ipotesi del suicidio Fabiola ribadisce di essere convinta che non è quella la verità e chiarisce: “Ne ha vissute tante e tante ne abbiamo superate insieme e si è sempre rialzato. In queste ultime settimane era andato molto giù e le feste di Natale lo angosciavano amplificando il suo sentirsi solo. Io penso che abbia fatto qualche pasticcio nell’assumere i medicinali, un bombardamento di psicofarmaci, ma non con l’intenzione di togliersi la vita”. La donna non crede che dietro la morte di Calissano ci sia la droga: “Per come lo conoscevo io lo escludo. Però non vivevo più nella sua casa. Sono convinta tuttavia che i carabinieri chiariranno che non c’entra nulla”.

“Cercava la sua chance”

Sulla porta non chiusa con le mandate, la Palese dice comunque di non credere che qualcuno fosse con lui quando è morto (la Procura indaga infatti per morte in conseguenza di altro reato). “Mi sembra difficile, entravamo praticamente solo io e il domestico, ma lo verificheranno le indagini”. E sottolinea che la sensibilità di Paolo aveva amplificato le sue sofferenze: “Oltre alla perdita del papà e della mamma, lo avevano segnato i trascorsi giudiziari che avevano stroncato la sua carriera e lo avevano trasformato in un mostro. Il mondo dello spettacolo gli aveva voltato le spalle ma lui voleva una chance di riscatto che nessuno gli ha concesso”. Avrebbe voluto rientrare in quel mondo come sceneggiatore. “Diceva – ricorda Fabiola -: se non mi vogliono come attore, almeno come scrittore… Invece gli hanno chiuso tutte le porte in faccia. Sono sicura che se avesse avuto un’opportunità si sarebbe ripreso”.

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