SALERNO. A seguito dello sbarco dei 526 migranti al porto del Capoluogo, il ruolo della mostra Touroperator diviene cruciale al fine di riuscire a trovare un’imprescindibile connubio tra arte, immigrazione e accoglienza. Gli ultimi due giorni di questo straordinario evento made in Salerno, che ha avuto modo di aprire i battenti il 15 giugno presso l’opera di Zaha Haddid conosciuta in tutto il mondo con il nome di “Stazione Marittima”, diviene dunque determinante in questo momento cruciale.
È il 19esimo sbarco avvenuto in così breve tempo e, tra i vari commenti prodotti dai numerosi schieramenti generati dall’impattante episodio, l’arte riesce ad arrivare all’essenziale, dove le parole riescono solo a dividere o depistare. Questo lo sa bene Angelo Criscuoli, che sta lavorando a testa bassa e costantemente al fine di rendere il Touroperator una bellezza senza alcun precedente, egli, infatti, è il presidente di “Bellarte”, un’azienda maiorana che da sempre si prodiga (con grande successo) nell’obbiettivo di esaltare artisti di fama mondiale.
L’aspetto che c’è da considerare, è che il tema del Touroperator, riesce a donare degli aspetti didattici ai cittadini salernitani, riuscendo così a risvegliare in loro uno spirito di unione fondante della nostra amata civiltà e alla base del vivere in equilibrio con corpo-mente-spirito.