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Pratola Serra, Spina: “Così abbiamo aggredito la camorra”

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PRATOLA SERRA. Dalle piazze napoletane dello spaccio a quella de l’Agorà irpina dove si spaccia cultura, compresa quella della legalità. Michele Maria Spina, primo dirigente della Polizia di Stato in servizio a Napoli, racconta la sua Scampia.

Gli anni bui della faida dei clan locali per il controllo dei traffici illeciti, l’assalto alle palazzine private trasformate in bunker dagli spacciatori, la famosa ‘Operazione Murena’ culminata con decine e decine di arresti da parte della Polizia.

Spina per sei anni, fino al 2013, ha diretto quel Commissariato istituito a Scampia solo nel 1997 e svela alcuni retroscena della lotta serrata a chi controllava in maniera capillare quel territorio formato in larga parte, come ha più volte sottolineato lui stesso, da persone oneste e dignitose che poi hanno iniziato a collaborare con la Polizia.

Il convegno a Pratola Serra

“Condizionare, è l’imperativo categorico che anima il nostro operato. Condizionare la camorra, non dargli tregua, aggredendola con un’azione tenace e quotidiana”. Esordisce così Michele Maria Spina, primo dirigente della Polizia di Stato e da sei anni responsabile dell’Upg della Questura di Napoli, nell’ambito del secondo appuntamento del Festival della Valle ideato da Antonietta Gnerre dell’associazione socio-culturale ‘L’agorà’ di Pratola Serra.

Incalzato dalle domande  dei moderatori, Franco Buononato e Gianni Festa, l’alto funzionario ha risposto a tono facendo tesoro della sua vasta esperienza e della sua qualificata competenza maturata sul campo. Da sempre in prima linea nella lotta alla camorra Spina è un autentico testimone dei nostri tempi e dei cambiamenti sociali che investono Napoli.

I dati sulla criminilità

“Una città unica, bellissima- esclama Spina-, ma una città complessa“. Poi snocciola i dati relativi al calo dei reati nel capoluogo partenopeo. Dai 250 morti di camorra degli anni ottanta ai 33 morti dello scorso anno. “La diminuzione dei reati in genere- spiega Spina- è sì un successo ma non possiamo considerarla certo una vittoria. Non bisogna mai abbassare la guardia perché la camorra vive di simboli e di comunicazione”.

Arrivano le domande dal pubblico e Spina non si sottrae affatto fornendo risposte esaustive e dettagliate. Dalle venti piazze di spaccio smantellate a Scampia alle baby gang, fenomeno ciclico e cronico non certo “una emergenza” sostiene sempre Michele Maria Spina. E lo dimostra con articoli alla mano dei primi anni novanta e del 2000.

L’incontro ha suscitato ampio interesse tra il pubblico che ha partecipato numeroso al secondo appuntamento festivaliero. A conclusione della kermesse Saverio Bellofatto dell’associazione ‘Piccola Cometa’ ha omaggiato Spina con le ultime opere realizzate dalla figlia Alessia scomparsa all’età di sedici anni mentre il famoso scultore di Luogosano, Vito Ferrante, per l’occasione ha donato al primo dirigente una delle sue preziose creazioni, il lupo, simbolo dell’Irpinia.

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