C’è un interesse a far crollare i cosiddetti “Casoni Doria” in località Santa Lucia di Battipaglia? Sembra crederlo Gerardo Motta, consigliere comunale ed candidato sindaco di Battipaglia, che ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica e alla Soprintendenza di Salerno ed Avellino.
Alcuni solai interni ad uno dei due Casoni (quello più vicino all’incrocio di Santa Lucia) hanno fatto registrare di recente dei crolli. Secondo Motta, l’amministrazione comunale in carica da oltre un anno e mezzo non si sarebbe preoccupata ed attivata per risolvere la questione.
«I “Casoni Doria”, già esistenti nell’anno 1746, avevano sfidato i secoli ed erano rimasti inalterati nelle loro caratteristiche architettonico-costruttive fino ai nostri giorni e sono stati menzionati nella deliberazione del consiglio comunale di Battipaglia numero 16 del 9 febbraio 2010, con la quale è stata approvata la Carta dell’Uso Agricolo», spiega Motta.
E in tale documento, evidenzia il consigliere, «viene riportata anche una foto dei Casoni che appaiono in ottimo stato di conservazione e con la copertura integra. Essi sono stati realizzati appunto dalla famiglia Doria D’Angri alla metà del XVII secolo».
Motta parla di un “degrado sospetto” che sarebbe iniziato nel 2010: «il tetto sul “Casone” prospiciente l’incrocio è magicamente scomparso, per cui non essendoci interessamento da parte di nessuno, le infiltrazioni di acqua stanno facendo dei danni incredibili.
Le responsabilità di chi sono?
L’interesse di far crollare quel manufatto, già concretizzatasi nella redazione di una ordinanza di demolizione, a chi è ascrivibile?
Perché l’Ente attraverso i suoi uffici non produce ordinanze di ripristino del tetto e di messa in sicurezza statica dell’immobile?
Perché non si fanno i lavori in danno e si addebitano tutti i costi ai proprietari?
Voglio ricordare che “I Casoni Doria” rappresentano la testimonianza storica della cultura e della tradizione di Battipaglia, con conseguente interesse a che siano preservati nella loro integrità, tant’è che il Ministero per i Beni Culturali ha apposto il vincolo sui due manufatti.
Stranamente gli immobili in cui dovevano essere recuperati ed utilizzati per fini sociali (museo dell’Agricoltura) sono stati abbandonati all’incuria, tanto che il degrado e le erbacce hanno ormai preso il sopravvento».
I Casoni Doria sono di proprietà dell’azienda Slam srl della famiglia Pontecorvo. E proprio tra Motta ed i Pontecorvo si sono registrati diversi scontri, finiti anche in Tribunale.
Motta ora vuole sapere «quali provvedimenti urgenti a soluzione immediata del problema esposto l’amministrazione comunale, unitamente agli uffici tecnici preposti, intendono adottare a tutela dei “Casoni Doria”, che costituiscono una delle poche identità della cittadina di Battipaglia e testimoniano la storia dell’economia agricola del nostro territorio».
Motta ha anche diffidato il Comune di Battipaglia, la sindaca Cecilia Francese e i dirigenti degli uffici competenti a porre in essere «tutte le provvidenze necessarie ed urgenti per elidere l’aggravarsi dello stato di degrado in cui versano gli immobili ed evitare pregiudizi alla incolumità privata e pubblica».
In caso contrario, Motta è pronto ad agire legalmente. Avviando l’ennesima battaglia.