SALERNO. Ben 479 borse di studio nel XXXIII ciclo di dottorato nell’ambito del Programma Operativo Nazionale Ricerca e Innovazione 2014-2020, che ha lo scopo di valorizzare l’internazionalizzazione dei dottorati italiani e a rafforzare i legami col settore industriale. I dati sono stati diffusi dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e riguardano il Bando PON “Dottorati innovativi con caratterizzazione industriale” per l’anno 2017.
Il rapporto Anvur
In base alle valutazioni effettuate dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), l’Università di Salerno ha registrato un’attribuzione del 7.9% dei finanziamenti ottenuti per le proposte presentate per dottorati innovativi, pari a 38 borse complessive di dottorato ammesse a finanziamento.
La competizione
Gli Atenei del Sud e delle Isole
La competizione, che ha riguardato le università delle regioni del Sud e delle Isole (c.d.“Regioni Obiettivo 1”: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna), ha visto l’Università di Salerno posizionarsi al terzo posto per la quota di borse ottenute, dopo gli atenei più grandi per numero di addetti (Università di Napoli Federico II e Università di Bari Aldo Moro), pur essendo la settima per dimensioni.
Se confrontata con i grandi e mega atenei presenti in graduatoria, l’Università di Salerno è l’Ateneo che cresce di più per percentuale di attribuzione di finanziamento nel 2017.
L’Ateneo di Salerno
L’Ateneo salernitano, che pesa il 5.48% rispetto a tutti gli atenei appartenenti alle Regioni Obiettivo 1 (come quota base del Fondo di Finanziamento Ordinario), presenta una percentuale del +44.77% di incremento di finanziamento rispetto alla quota che avrebbe ottenuto su base dimensionale, posizionandosi prima sia della Federico II (+18.14%) che della Aldo Moro (+1.96%).
“La nostra Università – ha dichiarato il Rettore Aurelio Tommasetti – quando viene valutata sulla base della qualità della sua ricerca e applicando il criterio del merito ne esce sempre vincente. Merito vuol dire maggiori risorse per il nostro Ateneo. È successo così per i finanziamenti alla ricerca di base e succede lo stesso per i dottorati innovativi”.
“La distribuzione delle risorse sulla base del merito – continua Tommasetti – premia il lavoro dei nostri ricercatori e dottorandi. Se questo da un lato gratifica e motiva l’impegno istituzionale sul fronte delle produzione scientifica, dall’altro ci dà la giusta energia per continuare il percorso di sostegno alla crescita del territorio. Con 38 giovani che contribuiranno ad incentivare innovazione e ricerca nella nostra università, lavoreremo in sinergia con il comparto industriale del territorio, promuovendo lo sviluppo dell’economia e frenando la fuga dei nostri giovani e brillanti studiosi”.