SALERNO. Associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, realizzata anche mediante l’impiego di trattamenti inumani e pericolosi per l’incolumità dei migranti.
Sono queste le accuse per cui sono stati condannati gli uomini finiti in manette nella retata che, nel novembre 2016, fece finire in manette una decina di extracomunitari di nazionalità somala.
È questa la sentenza che è stata pronunciata ieri mattina dal gup del tribunale di Salerno, all’esito del rito con il giudizio abbreviato.
Le condanne degli scafisti
Queste le condanne:
- 3 anni e 8mesi di reclusione ad Abdirahman Abdallah Anisa, considerato dagli inquirenti al vertice della compagine criminale;
- 2 anni e 6 mesi ad Abdirahman Abdinur Mohamed;
- stessa pena per Mohamed Abdilhahi Ihlal;
- 3 anni e 8 mesi, infine, per Mohamed Shagni.
L’inchiesta, culminata ieri con le condanne, partì nel 2015 dopo l’approdo nel porto di Salerno, della nave “Chimera” della Marina mercantile con a bordo 545 migranti di nazionalità somala.
Nel corso delle indagini fu accertato che alcuni migranti erano stati lasciati per tre giorni senza acqua, cibo e medicinali, nonostante alcuni di essi fossero affetti rispettivamente da scabbia e febbre alta,così come diagnosticato e refertato dall’ospedale “Vecchio Pellegrini”di Napoli dove poi furono ricoverati.