AQUILONIA. L’Assessore Mirco Annunziata, in vista delle elezioni amministrative ad Aquilonia (Av), ha dichiarato alla stampa: «spero in una competizione sui contenuti». Niente renderebbe più soddisfatte le cittadine e i cittadini, aquiloniesi e non, che compongono il nostro comitato. Ecco la nota del Comitato civico spontaneo Palazzine Bene Comune.
Aquilonia, Palazzine Bene Comune: «Abbatteremo quelle del 1930»
Dal novembre scorso abbiamo proposto all’amministrazione la questione delle “casette asismiche” del 1930, che la giunta vorrebbe abbattere, come occasione per discutere – attraverso il tema della storia – sull’identità e il futuro di Aquilonia. Ma purtroppo registriamo due circostanze: 1) la giunta comunale non ha mai accettato il confronto; 2) nelle loro rarissime esternazioni, compresa quest’ultima dell’Assessore Annunziata, gli amministratori hanno ripetuto solo due cose: abbatteremo le sei palazzine dell’Ambito B e conserveremo «la memoria» nelle due palazzine isolate di piazza del Popolo. Il fatto che l’assessore Annunziata oggi riproponga lo stesso disco rotto non è una buona premessa per l’auspicabile «competizione sui contenuti».
La giunta comunale di Aquilonia continua a non dire come intenda superare il fastidioso (per loro) ostacolo normativo da noi messo in luce, cioè la tutela garantita sulle palazzine dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio; però, dice Annunziata, «stiamo valutando tutti gli aspetti amministrativi per essere sicuri di non avere problemi in futuro». Temono quindi di avere «problemi»? Intravedono lo spettro di qualche conseguenza penale? Questa frase apparentemente generica e innocente racchiude un mondo: un’idea dell’amministrazione in cui chi governa il territorio si preoccupa di difendersi dalla legge invece di applicarla, si mette a studiare i cavilli invece che a progettare.
Non solo. Per bocca di Annunziata l’amministrazione comunale insiste a proporre un’idea residuale, superata e asfittica di «memoria», ritenendo che la conservazione delle sole due palazzine di piazza del Popolo abbia un valore analogo, intercambiabile, rispetto a quello rappresentato da un vero e proprio piccolo quartiere del 1930 com’è l’Ambito B, ultima testimonianza della fondazione della città; infine, la giunta avanza ancora una volta un’idea fumosa e incerta in merito a cosa realizzare nello spazio che dovrebbe essere lasciato libero dall’abbattimento delle palazzine, anteponendo la distruzione a qualsiasi riflessione sulla sostituzione.
Tuttavia noi siamo qui, pronti a discutere. Se il disco rotto sarà messo da parte per lasciare spazio a una partitura corale da scrivere insieme, sapremo dare il nostro apporto, nonché valorizzare i contributi delle tante persone che da anni, per interesse di studio (vedi università di Napoli, Milano, Camerino) o per affetto verso i luoghi della propria storia, dimostrano di avere a cuore l’irripetibile episodio urbano rappresentato dalle “casette” ancora superstiti ad Aquilonia.