La politica dell’Hic et Nunc in quest’epoca, che qualcuno definisce post moderna e per certi versi anche post-politica, non risparmia nessuno.
Nemmeno il PD nato nel 2007 per intuizione di un Walter Veltroni che immaginava una forza politica che superasse i vecchi schemi, le vecchie contraddizioni del passato, quelle categorie figlie del ‘900 per traghettare finalmente l’Italia nella piena globalizzazione per gli anni a seguire. Altri tempi, forse da alcuni un po’ dimenticati mentre da altri visti con nostalgia per un benessere che è ormai solo un ricordo lontano. Poi venne la crisi economica e tanto tanto altro ancora…
Ma stiamo al presente, a queste ore davvero convulse per l’Italia. Quel PD oggi, a distanza di più di un decennio, abbandona l’orizzonte lontano di una politica dal respiro lungo per scendere a patti col presente che viene sempre più subito, accompagnato e persino emulato dentro le peggiori sgualciture del Populismo Pentastellato. Una politica dell’hic et nunc che mette in evidenza i Limiti storici del PD. Limiti che partono da lontano.
La fusione a freddo Margherita /DS per formare il PD ha fallito difronte alla crisi. Si è pensato che più diritti civili portassero facilmente a più diritti sociali. Invece la nuova sfida è proprio su quei diritti sociali dimenticati. Diritti sociali che non vanno valutati attraverso le categorie del Novecento ma vanno bensì calati, studiati e strategicamente difesi nel nuovo mondo globalizzato. Lì il PD ha abbandonato la sfida. Ha per un periodo scelto la strada facile del RENZISMO per mettere la polvere delle diseguaglianze sotto il tappeto della luccicante narrazione della velocità che esalta il bello e nasconde ciò che è opaco, brutto e difficile da risolvere. La sfida dimenticata è proprio sul piano dei diritti sociali. È lì la sfida da contrapporre al populismo.
IL PARTITO DI MATTARELLA non Basta a fronteggiare il POPULISMO! Scegliere la sfida Mattarella Si /Mattarella No, invocata dall’ex ministro Calenda e da altri esponenti, per compattare il PD è l’ennesima maniera per trovare la via facile nel contrapporre il populismo al populismo a 5 stelle. Non è quella la ricetta. Non si strumentalizza il presente, come in questo caso si sta facendo col Presidente Mattarella. Non si rincorre un elemento mediatico di una narrazione che a tutti i costi ha bisogno del nemico politico prima ancora dell’Idea che separa una forza politica da un’altra. IL Pd deve dividersi sulle idee, sulle ricette, sulle soluzioni ma non su una difesa (seppur giusta) alla prima carica della Stato solo ed unicamente per trovare l’elemento di opposizione al M5S.
Non si lascia la politica di lungo respiro in nome di una politica dell’hic et nunc che vale il tempo di un articolo sul giornale o passaggio televisivo in più. IL terreno di scontro nei prossimi anni sarà sui nuovi diritti sociali in chiave globalizzata. È sul terreno dei diritti sociali che si deve ingaggiare la sfida.
Nel confronto tra Elites e ceti popolari, tra quelli che hanno tutto e quelli che non hanno di che vivere, tra più Europa e meno Europa, tra redistribuzione del reddito e lotta alle concentrazioni di potere economico in mano a pochi o in mano a multinazionali straniere che sfuggono spesso alle regole e ai controlli della legislazione nazionale italiana. Quella che io chiamo “La sfida dimenticata” dal PD va di nuovo ripresa, aperta al confronto, fatta entrare nel perimetro della partecipazione democratica riportando nel mondo politico la responsabilità di quel che si dice e la credibilità in quel che si fa.
Enrico Marotta